Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      CAPO QUAIITO
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      parola non scaturisce immediatamente
      è orpello che non l'adorna ma la travisa.
      Non condanno già l'arte necessaria in questa prin-cipalissima eloquenzadel pari e più che nell'altra; l'abuso riprovo degli ornamenti di falsa lega
      e le interminabili descrizionie la nociva pompa di vocaboli tolti alle nomenclature de" notomisti o de' naturalisti; in breve condanno i lisci
      il belletto e gli unguentidi cui qualche rara volta un orator mal avvisato potrebbe lasciarsi tentare d'impiastricciare l'augusto sembiante dell'eterno vero.
      Altre volte usavano accordarsi cinque o sci seminaristii quali ponendosi sotto al pulpito
      scriveano ad un tempoe per via d'abbreviature e di numeri
      la predicache poi giunti a casa ricopiavano
      supplendo l'uno al difetto dell'altro; e così pigliavano interi quaresimaliche servivano loro di utilissima esercitazione (27). Non so se questo sistema continui.
      Nel secolo xvn frequenti furono sul pulpito di San Giovanni i predicatori Teatini
      tra cui molti Napolitani; Vincenzo Giliberti di Modena (1621)
      Girolamo Passerino di Firenze (1652)
      Agostino Bozzomo genovese (1643 e di nuovo 1661)
      Lorenzo Bifìì di Bergamo (164G)
      Giambatista Giustiniani genovese (1648)
      Agostino Pepe napolitano (1650)
      Gaetano Spinola (1659)
      Placido Caraffa napolitano (1662)
      Carlo Palma napolitano (1664)
      Pietro Nobilione


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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