Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      MURO TERZOSudario risuonano nelle maggiori solennità de'soavi ad un tempo e maestosi concenti de' musici della Cappella Regia. Tutta la città accorre ad udire il mesto canto delle lamentazioni di Geremia nella Settimana Santa. Qui s'udiva il magico archetto di Pugnani e di Viotti
      e qui eccellenti maestri spiegavano e spiegano la pompa di caste e sublimi armoniedegne del Dio vivente
      non mai profanate ad accompagnare i trilli o le danze lascive delle Frinì teatrali (26).
      Ma dove lascio quel pergamo sul quale più forse che sopra ogni altro d'Italia la sagra eloquenza spande i rivi delle salutari sue dottrineora di serene letizie ammantandosi ad allettamento de'cuori deboli ed erranti
      ora tuonando fra le nubi procellose e i fulmini guizzanti della sospesa ira di Dio a spavento de'cuori induratidelle volontà ribelli ?
      Ella è questa cattedra una delle nostre glorie più pure. Ne vorrei che la fama di cui gode ingenerasse talvolta ne'sagri oratori il pensiero cheper lenocinio di stilo e per pompa di rettoriche vaghezze
      debba segnalarsi chi vi ascende a bandir la divina parola.
      La parola evangelica è tanto bella per seche solo ad esporla con vocaboli appropriati
      con ordine e semplicità
      investe di sua grazia sovrumana lo stilee lo fa non solo piacente
      ma ciò che più montaefficace; e tutta la bellezza che dalla stessa divina


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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