Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      CAPO QUARTO
      3Gr»
      a coadiutore del cardinale suo zioe Luca Dulcio
      a nome del cardinale di San Clemente allogarono a Bernardino de Antrino
      e Bartolomeo de Charri
      fiorentinil'impresa di far di marmo la piazza e la scala innanzi alla chiesa j ed a Sandro di Giovanni altresì fiorentino quella di fare una pila per l'acqua santa simile all'altra che già esisteva ; e due più piccole per le porte laterali. Ed è probabile congettura che Sandro fosse quel medesimo che intagliò con tanta purezza e leggiadria i fregi che adornano gli stipiti delle tre porte di quella vaga facciata
      che riproduce con poca diversità il tipo di quella di Santa Maria Novella di Firenze; e che K Antrino e il Charri fossero stali i provveditori delle pietre lavorate dei pilastri e della facciata.
      Finalmente lo stesso giorno si diede a Franco-schino Gaverna di Casalmonferrato
      legnaiuolol'incarico di far cinque porte di legno di rovere
      coperte di legno di noce ed incornicialetre per la facciata
      due per le porte di fianco che rispondevano alla croce delle navate della chiesa (7).
      Ma di ciò basti. Tempo è di descriver la chiesa.
      Abbondano di buone pitture non meno che di marmi le molle cappelle di questa chiesa.
      Distinguesifra gli altri
      il secondo altare a destradi padronato de' calzolai
      dedicalo ai Ss. Crispino e Crispiniano
      dove la tavola a scompartimenti sopra


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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