Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      CAPO SESTO
      2-25
      Procedendo innanziprima di giungere al sito dove il fianco del palazzo de'marchesi di Barolo ristringe sformatamente la strada che così bella movea dalla piazza de'quartieri
      vedesi dal medesimo lato un casamento che altre volte apparteneva all'antica schiatta dei conti Orsini
      signori di Rivalla
      d'Or-bassano e d' altre terre. Passato quel valicolevasi a sinistra la bella mole del palazzo de'magistrati supremi del Senato e della Regia Camera
      sul frontone della quale è scritto impropriamente Curia Maxima.
      A'tempi d'Emmanuele Filiberto il Senato e la Camera risedettero alcun tempo in quell'ala del palazzo ducaleche il maresciallo di Bordiglione avea fabbricata verso levante
      durante l'occupazione francesee che si chiamò paradiso; ma sul finire dello stesso secolo avea gi'a il Senato la sua residenza nell'isola in cui fe di presente ed a cui dava il nome ; ivi era anche la Camera. Nel 1671 Carlo Emmanuele 11 volendo per servizio e decoro della giustizia ridurre in miglior forma le habitationi de' magistrati e delle carceri
      e volendo che si cominci da queste come quelle che ne hanno maggior bisognoper sicurezza de' carcerati e comoda loro hcibitazione
      ordinò l'acquisto di varie caso private (15)
      e alzò
      col disegno del conte Amedeo di Castellamonte
      la fabbrica che ancora si vedeanche esteriormente ordinata a fin d'atterrire. Ma al palazzo de'Magistrati non si pose mano.


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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