Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      cat'o quarto
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      concorso di popolo ei si ponesse inosservato da un cantoe studiasse minutamente quella varietā di teste e di espressioni
      e d'atteggiamenti e di pannie la composizione di que'varii gruppi
      e i tanti graziosi contrasti che vi si scorgeano ; e come infine con pochi tratti segnasse sopra una carta quel tanto che doveva servir di base agli animati suoi quadriin cui la natura stessa č ritratta. 11 celebre marchese d'Or-mea che avea grand'amore per l'arti e finissimo gusto
      lo voleva spesso a mensalo chiamava amico
      e gli commetteva di dipinger per lui sempre quando non dipingesse pel Re.
      Claudio Beaumont
      capo della Scuola Torinese di pitturasi consigliava coll'Oliviero intorno ai quadri che prendeva a dipingere. In breve era egli tenuto universalmente in gran conto. Non sempre dipinse l'Oliviero scene popolari. Ma dopo avere studiate le opere di Poussin
      LebrunCoypel prese a trattare soggetti sacri. Alcuni quadri da lui dipinti di questo genere erano alla fine del secolo scorso custoditi con gran gelosia dai minori conventuali di San Francesco. Per la chiesa d'essi frali dipingeva l'Oliviero sceniche rappresentazioni pel Sepolcro del Giovedė Santo
      a cui traeva gran folla.
      Tardi consentė a pigliare alunni. Il migliore che uscisse dalla sua scuola fu Graneri
      ma i suoi quadri non hanno il brio di. que' del maestronč un colorito cosė sugoso e caldo. Sembrano anzi i colori


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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