Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      1GSlibro secondo
      capo secondocolonne. Di vaghe proporzioni è il cortile quadrilungo
      colle gallerie che s'alzano alle due estremità. Le due grandi nicchie tra gl'intercolunnii dove ora sgorgano due Gli d'acquadoveano
      secondo il disegnoaccoglier le statue di Carlo Emmanuele n e di Madama Reale Cristina. In allo
      sopra la loggiaall'ultimo piano
      vedeansi le armi reali di bronzo fuse con rara maestria da Lafontaine e da Simone Boucheron (lo)
      venuto poco prima di Francia
      e molto adoperalocome vedremo
      ne'lavori della cappella del Santo Sudario.
      L'arme della città trovasi ricordata assai sovente nei fregi architettonici di questo palagio. È nolo che Torino fa per arme un toro d'oro in campo azzurro; questa era l'insegna del Comune fin da' tempi antichissimi. Ne ho vedute memorie del secolo xive non dubito che fosse usatai anleriormente e fin dall'epoca in cui s'introdusse l'uso di tali insegne (secoli xi e xn). È questa una delle così delle arme parlanti.
      Nel mezzo della piazza del mercatopoi chiamata dell'Erbe
      eravi nel secolo xiv un pozzovicino al quale s'alzò più d'una volta lo stromento dell'estremo supplizio a punizione de' traditori e d'altri scellerati.


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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