Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      insultante preponderanza ; e ridonò alla patria l'indipendenza antica (2).
      In quell' occasione la torre ebbe la base e la porta di marmofu ornata di pitture e d'iscrizioni che rammentavano le vere e le favolose origini della città. 11 quadrato della torre finiva sopra le campane con una galleria
      sopra la quale s'innalzava una piramide ottangolarecimata da un globo
      surmontato dalla crocenella cui asta inferiore era passato un toro
      arme antica de'Torinesi. Sotto all'orologioinferiormente alla mela dell'altezza
      vedovasi un globo ordinato con tal magisteroche dimostrava i diversi aspetti della luna.
      Dalla torre della Città si diedero per assai tempo i segni delle ufficiature e delle feste della chiesa del Corpus Domini; e dal 1687 in poiin seguito ad invito dell'arcivescovo Michele Beggiamo
      si suonò verso le dieci di ciascun giorno festivo l'avviso dell'ora in cui cominciano alla metropolitana i divini uffizi.
      Siccome la torre ingombrava la via di Dora Grossa
      d Corpo Decurionale deliberò di costrurne un'altra all'angolo nord del suo palazzo e d'abbatter la vecchia. L'architetto Filippo Castelli ne formò il disegnoe se ne gettarono i fondamenti addì 11 novembre 1786 (5).
      Fu condotto l'edifìcio fino all'altezza del Palazzo Civico; poi l'opera si rimase. Dopo la restaurazione


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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