Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      Spiegavano in altra camera le loro utili pompe le fruita.
      In breveogni stanza era consecrala ad una rappresentazione speciale.
      Qua vedeansi i giocondi ricreamenti d'ogni maniera di musicalà gli esercizi della caccia e della pesca
      ed ogni altro esercizio del corpo o il sibaritico piacer della mensae le fonti
      e il mare.
      E sempre alla scena effigiatarispondeva un verso : eccone alcuni ; non sempre puri dell'umor peccante del secolo
      l'affettazionei giochetti di parole:
      Concorde amor fa I' armonia dell'alme.
      Dolce è ii morir ov' e canoro il pianto.
      Soave canto è un amoroso incanto.
      Bellezza è luce che dal ciel discende.
      Degno è il valor che fra i perigli ha il pregio.
      L' onda faconda dolce stil feconda.
      Qui parla del fonte d'Ippocrene (5).
      Questa villa ebbe sorte infelice. Nel 1684 Maria Giovanna Battista v'allogò i poveri dello Spedale di carità
      i quali vi rimasero qualche anno finché
      pel disagio che pativano nella stagione invernale i superiori che vi si dovean recarefurono rimessi in città. Più tardi cadde in mani private (6)
      ed appena se ne vedono le reliquie.
      La villa o vigna (secondochè noi appelliamo siffatte case di campagna) del principe Maurizio fu fondata


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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