Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      CAPO QUARTO 55
      cadere vittima del contagio tulli i loro congiuntisoli
      inosservati infermavanosenza soccorsi morivano. Altri men fortunati
      mentre eran vicini a spirar l'animavedean giungersi addosso una man di soldati francesi
      o spagnuoliche senza paura e senza riguardo maltrattandoli e ferendoli togliean loro lenzuola coltri e materassi
      crescendo dolore al dolor della morte.
      Tutte le campagnetutte le strade che mettono a Torino si vedevano allora coperte di cadaveri di questi crudeli soldati che aveano rubato il veleno degli appestati da loro uccisi perchè si volean difendere
      degli altri uccisi dal morbo e depredati ; sicché i beccamortiscarsi di tempo
      più scarsi di carità
      li levavano su carrelte che si vuotavano nel fiume Po.
      « Nella vigna e nel proprio letto del medico Emmanuel Roncino si trovò un cadavero incognitoal quale non restò un minimo segno di carne
      nè pellene anco de'ligamenli degli ossi
      i quali però si trovarono aggiustati con l'ordine et disposizione datagli dalla naturache lasciò molto tempo acciò gli servisse
      come di sicura guardiacontra l'accostumato svaligiamento degli Alemanni i quali
      entrando et vedendo quell'orrendo spettacolosubito abbandonavano l'impresa et si ritiravano (2) ».
      Ben si può dire che la pestilenza fece allora l'estremo di sua possa. Per buona sorte quella lerribil visita fu visita di congedonè Torino l'ha più riveduta.


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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