Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      ¦viilluni rumo
      che sostiene il giardino del reed il baluardo che circonda la città da levante a mezzodì
      convertito ora in giardino pubblico.
      Ma i lavori di spianamento vennero continuati ed ultimati sotto al regno di Vittorio Emmanuele
      il che permise di formare tutto all'intorno del perimetro della città i larghi ed ombrosi viali che sononon meno che i portici
      una prerogativa della sola Torino. Furono essi viali formati nel 1818. Già prima gli olmi annosi della cittadelladei doppi viali del Valentino
      e dei ripari di porta Nuova accomodavano di liete ombre e di galanti memorie i passeggianti (5).
      Nè men salutare nei grandi caldi eraed è la meridiana passeggiala sotto agli alti castagni d'India del giardino del re
      o la vespertina sotto alle basse volte fronzute del viale dei platani piantato dai Francesi
      che da porta Nuova scende al fiume Po.
      Ma già l'abbondanza del popolo facendo rincarar le pigionimostrava la necessità di nuovi ingrandimenti. Rotta l'importuna cerchia delle fortificazioni
      nulla più vietava i novelli aumenti; onde Vittorio Emmanuele
      con editto del 19 di febbraio 1819
      concedette varii privilegi a chi pigliasse a fabbricar case attorno ad una gran piazza che dovea congiungere la città al ponte di Poed al tempio che il Corpo Decurionale avea fatto volo di costrurre al di là d'esso ponte in memoria del fausto ritorno del re.
      La soverchia vastità del piano ne difficultò


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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