Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      1.idro pi1imodi S. Solutore maggiore de'monaci Benedettini (9). Piegando quindi all' est
      e seguendo il corso delle mura meridionalidovea vedersi qualche vestigio dell'antico anfiteatro romano
      non so se tra la porta Nuovao di S. Martiniano
      e la porta Marmorea
      ovvero a sinistra di quest'ultimae così nel sito dove ora s' apre la bellissima piazza di S. Carlo. A qualche distanza dalla città
      un po'a manca della porta Marmorea
      sorgea la chiesa di S. Salvatore di campagnadi cui si ha memoria da' primi anni del secolo xiii (10). Sulle rive del Po oravi qualche casa che avea preso probabilmente fin dai tempi romani il nome di Valentino ; seppure non derivava quel nome da una cappella dedicata a S. Valentino.
      Verso l'angolo sud-ovest della città
      accanto allo stagno delle ranesorgea la casa e lo spedale dei santi Severo e Margarita
      già magion de'Tempieri
      ed a breve distanza dall'angolo della porla Fibellona
      inconlravasi S. Solutore minoreun tempo chiesa rurale dell'ordine di Vallombrosa
      poi divenuta di patronato del feudo di Pollenzo
      e così dipendente dalla nobilissima schiatta de' Romagnani.
      Nel 1446
      essendo mezzo in rovinala città di Torino supplicava Felice vperchè l'assegnasse agli eremitani di S. Agostino
      versoi quali aveano i Torinesi allora particola!' divozionepe'gran frulli che faceva tra loro fra Giovanni Marchisio predicatore di detto ordine (11). Ma la cosa non ebbe effetto. Agli


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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