Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      libro primopiù vasta significazione. 11 Vernazza
      che molto imparò dal Terraneo
      molto dal Carena
      ina V ingegno del quale amava raccogliersi e meditare punti speciali dr erudizione e di criticasenza tentar voli più alti
      pose all'amico un' iscrizione (4).
      Ascendevas» quindi la lunga costaper cui si salo dal fiume al palazzo detto di Madama
      ed allora chiamato castello di porta Fibellona. Quel lungo spazio era splendido di palazziera coperto di pascoli
      di campi e di piante. La porta orientale della città era allato al castelloverso il meriggio. Ma senza entrarvi per ora
      continuiamo in ispirilo la nostra breve peregrinazione attorno alle mura torinesi.
      Dal ponte di Po piegando a destrae cosi verso il nord
      incontravasi la chiesa di S. Lorenzo (5)
      che dipendeva dall' abate di S. Mauro
      ma che nel secolo seguente fu unita al capitolo della cattedrale. Poco lontano eravi la casa del recluso ; cioè una cella dove un divoto s'era fatto rinchiudere e murare per vivere e morire in volontaria prigionefacendo penitenza de'propnl e dogli altrui peccali Una finestrella dava passaggio ai «ibi che la carità pubblica gli recava. Siffatte straordinarie austerità non erano allora tanto rare
      ed interveniva a consacrarle l'autorità della religione.
      Seguitando la linea delle mura della città verso il nordtrovavasi la porta del vescovo a capo del vicolo che inette dalla piazza di S. Giovanni al baslion


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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