Storia Ecclesiastica e Civile della di Niccola Palma

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      3ioloneino più «li quattro palmi di larghezza e due di altezza : cosa che eccedeva le forze e i mezzi della Società . Fortunatamente essendosi il Commendatore Paiamoli» compiaciuto di scrivere il fin qui epilogalo al Marchese Nunziante singolarmente propenso alle grandi intraprese di pubblico bene ; questi fè venire in Novembre i83a. un incaricato colla trivella artesiana , acciò più saggi si tentassero nel perimetro della nota miniera . Due se no eseguirono , avanti che il rigido inverno non sospese ogni lavoro in quella fredda ed aperta campagna , ma entrambi con infelice successo; giacché 1* uno diede progressivamente argilla , terra arenosa , e frammenti di tufo , e nel seeexido incontrò una sorgente di acqua , carica d' idrogeno solforato . Nel i833. 1* E. S. ha chieste 4<>oo. libbre di carboue , onde farne pi-uova nelle barche a vapore , e se le sono mandate . Mentre però i vantaggiosi risultamenti d' indeficiente cava ci sembravano probabilissimi , la carriera di cui parliamo è scomparsa , o se n* è almeno perduta la traccia • Rimane nou di meno la lusinga che il generoso cuore di Nunziante non si arresti ad un primo tentativo , e che quà mandi soggetti più abili ( come ha lutto sigiare ) a rinnovare i saggi , uè solo sulle sponde del Rio , ma in altri sili ancora , a cui favore concorrono indizj del nascosto ed incrustalo minerale .
      Fra le utilità , che a noi deriverebbero da una perenne estrazione del combustibile fossile , prima ad allacciarsi alla mente è 1' economia , che fa-rebbesi del combustibile vegetale nel consumo delle fornaci e delle fabbriche, manifatturiere , che vi sono o che esser vi ]>otranno . Ma e donde tale preziosità delle legna , da farne desiderare il risparmio? Ond'è che i nostri fiumi più non hanno quel corso stretto , profondo , tranquillo , c di volume quasi eguale iu tutte le stagioni dell' anno ; talché le imboccature non solo del Tronto e del Voinano , uia di Tordino ancora , facilitarono degli euiporj sul mare ? Qual' è stata la causa della dilatazione de' loro alvei , in guisa che fino al 1727. bastarono due- archi al ponte fumi porta Vezzo la , de' quali uno ancor ne rimane? Quale la cagione . del loro innalzamento , « he rcndesi manifesto dal nou rimanere ornai sopra il livello dello stesso fiume più che le superiori estremità tanto del carnato arco superstite , quanto degli archi del Ponte-nuovo , a circa la mettà di un miglio al maestro di Teramo ? Perchè sono divenute sì grosse ed impetuose ie piene , innnanti-nenti dopo una pioggia , da fare a Tordino devastar il ponte , di cui resta il maschio del medio pilastro sull' antica strada per Miano , e da farlo poco più sotto gittar sulla destra , quasi che annojato si fosse di unirsi sì presto a Vezzola e di passare sotto l' altro ponte , i cui solidi avanzi rimangono perciò tutti sulla riva sinistra , al guado per Forcella ? Come mai la Regione , eccetto che nelle pianure, vedesi come squarciata da torrenti e da fossi, i quali hanno migliaja e uiigliaja di moggi rapito all'agricoltura? Di «piesta iliade di mali la causa è una sola , il disl>oscauiento . Che la nostra Regione stata fosse una volta ricca di alberi , eziandio sulla costa marittima , il Lettore ha potuto arguirlo da varj tratti di questa Storia , e meglio il rileverà dalle Cronichette de' Cenobj . Senza ricordare la denominazione di molte contrade e di vane Chiese , desunta da alberi indigeni o da piante boschive ; tale verità si rende manifesta dai nomi di non pochi Paesi : di cin-«pie Villaggi chiamati Macchia ( vepretum , dumelum ) di Roseto cioè , di Tornella , di S. Cecilia , da borea e da sole , Roseto medesimo , anch' oggi abbondante di rose silvestri , Olmeto , Settecerri, Nocella ( due ) Casta-


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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 3
di Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti
1833 pagine 320

   

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