Storia Ecclesiastica e Civile della di Niccola Palma

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      Tri vico . Era questi frattanto cresciuto di forze , erangli per la strada di Popoli , Pescara e Giulia pervenuti due pezzi di cannone , estratti dal Castello di Aquila , ed aspettava un rinforzo di i5oo. fanti e di aoo. cavalli, clic il Duca di Alba avea distaccati da Tivoli , appena fu ragguagliato delle mosse dei Papalini . Parve dunque a lui tempo di andare a trovare Antonio : ma questi stimò prudenza di non venire alle mani , onde ritirata da Gontroguerra la guarnigione , si ridusse ad Ascoli . Piacque allora al nostro Marchese di far qualche badalucco nello Stato Ecclesiastico , ed investì An-carano , abbandonando tosto l'impresa, sia perchè l'avesse trovata dillicile , specialmente pel soccorso die quel Castello aver' poteva da Ascoli , sia perchè poco contasse sulle sue truppe non disordinate . Non ebbe eguale fortuna il Castello di Mallignano . Dugeuto fanti spiccati da Ascoli per rinforzare il presidio di Ancarano , molestati per via dagli scorridori , vi si erano ricoverati e chiusi. Là indrizzandosi il Loffredo pose in opera i due cannoni , che ai primi colpi cagionando grande-guasto nelle mura già rose dalla vecchiezza , e facendo cadere alcuni tetti , ingerirono tale spavento in quei fanti , che si renderono a discrezione. Maltignano solili il saccheggio, ed i soldati che si erano raccolti nella piazza , svaligiati e quasi iginuli trasportali vennero a Civitclla , sebbene indi a poco lasciati fossero in libertà . Altri fatti sarebbero succeduti , se in Novembre non si fosse concliiusa tra il Viceré ed il Cardinal Carlo CaraJ'a , anch' ci nipote di Paolo , una tregua , profittevole all' uno onde meglio preparare la difesi del Regno , ed all' altro perchè 1' esercito Francese avesse lem] o a giungere .
      Restituitosi il Viceré in Napoli , convocò un Parlamento di Baroni e di Comuni demaniali , per aver denaro : riunì soldati , e vettovaglie : e scrisse al Loffredo che riconosciuti i Luoghi di Apruzzo , fortificasse quelli clic sembrassero opportuni . Questi trascelse Chieti , Pescara , Atri e Civitclla , portando sull' ultima , come prossima alla minacciata frontiera , una particolare premura . Quindi sebbene ci fosse quasi in continuo moto per visitare gli altri Luoghi , ed accalorarvi i lavori ; pure in Civitclla si fermò la maggior parte del tempo . Dopo la demolizione , di cui si è fatlo cenno nel Cap. LIX. dell' antica Rocca altro non era rimasto che una torre di eccellente fabbrica , sulla sommità del colle di vivo sasso , al quale a forma di anfiteatro poggiano le case , ed una muraglia ormai logora sulla vetta settentrionale . Dagli altri tre lati Civitclla , non altrimenti clic le altre Terre e Castelli della nostra Regione , non avea più che un recinto di mura , fiancheggiato da alcune torri . Questo recinto si diè più che mai a fortificare il saggio Marchese , attendendo giorno e nolle a rassodarlo con ripari e bastioni . Quindi v' introdusse abbondanti munizioni da bocca e da guerra , e i due cannoni estratti da Aquila . L' armata Francese intanto , sol lo il comando del Duca di Guisa , espugnata Valenza di Lombardia ai 20. Gennajo 'i557. si trovò presso Parma ai iG. Febbrajo . In Reggio si tenne consiglio sulla strada da battersi , per invadere il Regno . Il Guisa preferiva quella di Toscana , ma prevalse il parere del Cardinale Carafa , il quale propose quella di Romagna e Marca di Ancona , come la .più vicina e comoda ; tanto più che iu Ascoli si troverebbero le genti assoldale dal Toraldo , e copiosi magazzini di viveri : si eluderebbero i preparativi di difesa , fatti a S. Germano dal Duca di Alba : negli Apruzzi non s' incontrerebbero Piazze fbili ; ed all' approssimarsi dell' armala liberatrice si solleverebbe lo Sluto di


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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 3
di Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti
1833 pagine 320

   

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