Storia di Roma di Ettore Pais

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      genesi della tradizione sull'ambasciata ad atene. 593
      di un'ambasciata ad Atene appare ovvio a chi rammenti come sia una tendenza della più antica storiografia nazionale non meno che dei posteriori scrittori greci, il provare che le istituzioni romane erano parallele, ovvero erano imitazione delle greche. (') E si comprende come Roma dicesse di aver scelto il bello ed il buono delle diverse costituzioni forestiei •e, in una età in cui era più volte avvenuto ed era stato narrato che anche gli stati ellenici avevano fatto una scelta delle migliori disposizioni delle varie costituzioni. I Romani non avrebbero dovuto agire diversamente di Zaleuco. il quale, per dichiarazione di Eforo, aveva tenuto conto delle legislazioni dei Cretesi, degli Spartani e dell'Areopago, (*) e di quel Pitagora (di cui già i più antichi annali facevano scolare re Numa), il quale recatosi a Sparta ed a Creta avrebbe esaminate le leggi di Licurgo e di Minosse. (3) E non è punto casuale che le leggi delle XII tavole vengano messe a riscontro di quelle di Licurgo, di Solone, di Caronda, e di Zaleuco. (4) Perchè l'ambasceria si facesse andare in primo luogo ad Atene e poi nelle città della Magna Grecia, come asserisco Dionisio, che forse meglio di Livio riferisce il dato della comune tradizione, appare chiaro quando, accanto alla importanza che ebbero la storia e la costituziono di Atene, si tengano presenti le relazioni che intercedettero fra questa e l'Occidente, fra Roma e le città italiote.
      Gioverà anzitutto richiamare alla mente le varie informazioni
      14G attesero a riordinare PAcaia, Cic. ad Att. XIII, 30, 3; P. Snlpicio, che nella Macedonia eia stato come console nel 107, fu tra i dieci che vennero aggiunti a T. Quinzio Flaminino, Liv. XXIII,24, ed è appena necessario ricordare C. Snlpicio. il dotto legato di P. Emilio, amante quanto altri mai delle cose greche, Cic. Brut. 20, 78; d. r. p. I, 14, 21. Sull'ambasciata di C. Sulpicio in Grecia ed in Asia (104. a. C.) v. Polyb. XXXI, 9j Paus. VII, II. In quanto ai Manli si pensi a quel Gn. Manlio, che vinse i Gallogreci e che stipulò il trattato di pace con Antioco, 185 a. C.
      (') V. ad es. Fab. Pict. apd Dion. Hal. VII, 71 sqq. = fr. 1G P; Ciò. d. r. p. II, 16, 30; Sall. Cat. 51, 38; cfr. Polyb. VI, 25, 11; Athkn. VI, p. 273 r.
      (2) Eph. apd Stkab. VI, p. 260 C. 11 tipo dei dieci ambasciatori, destinati a cercare dovunqne buone leggi, si trova di già iu Platone, de ley. HI. p. 702.
      O V. ad es. Iust. XX, 4, 4.
      (4) Cic. de ley. I, 22, 57; Acad. II, 44, 13G.
      Pais, Storia di Roma. Voi. I. 38


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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