Storia di Roma di Ettore Pais

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      caI'. iv. - dalla cacciata dei re etc.
      sacrosanti i tribuni della plebe; ina alcuni giuristi osservavano che da essa non si ricavava già che i tribuni della plebe fossero sacrosanti per effetto di una legge dello stato; gli edili, ai quali essa pure si riferiva, non erano niente affatto sacrosanti. Secondo costoro, la legge dimostrava che soltanto quando la plebe si era creati i suoi tribuni, aveva obbligata sò stessa con giuramento di tenerli in conto di sacrosanti. (') Nò meno notevole era la divergenza circa l'interpretazione di tal legge, dove si rammentavano i giudici decemviri. Si credeva da taluni che si volesse accennare ai consoli, i quali erano pure chiamati giudici; da altri però, e fra questi era Livio, si avvertiva ciò non essere possibile, perchè nel tempo più antico i consoli erano detti pretori. (?) Ma dovrebbe apparire strano che Livio esponendoci le varie difficoltà degli interpreti taccia intorno a quelle che richiama alla niente il ricordo dei decemviri, che vengono nominati accanto ai tribuni della plebe, agli edili, ai giudici. Livio non ci dice chi siano codesti decemviri,
      (') Reputo necessario riportare qui l'intero passo di Livio, che è oggetto di discussione, III, 55, 6: " et cum plebem liinc provocatione, liinc tribunicio auxilio satis tirinassent, ipsis quoque tribunis, ut sacrosancti viderentur, cuius rei prope iatn memoria aboleverat, relatis quibusdam ex magno intervallo caeri moniis rinovarunt, et cum religione inviolatos eos timi lege etiain fecerunt sanciendo, ut qui tribunis plebis, aedilibns, iudicibus decemviris nocuisset, eius caput Iovi sacrum esset, familia ad aedem Cereris, Liberi Liberaeque venum iret. — Hac lege iuris interpretes nega ut quemquaui sacrosanctum esse, sed eiini, qui eornm cuiquam nocuerit, [id] sacrimi sanciri. itaque aedilem prendi ducique a uiaioribus magistratibus, quod etsi non iure fiat — noceri enim ei, cui hac lege non liceat—, tamen argumentum esse non haberi prò sacro sanctoqne aedilem ; tribunos ve-tere iure iurando plebis, cum primuin eaiu potestatem creavit, sacrosanctos esse, fuere qui interpretarentur, eadem hac Iloratia lege consulibns quoque et prae-torilms, quia eisdem auspiciis quibus consules crearentur, cautuni esse: iudicem enim consulein appellal i, quae refellitur interpretatio, quod iis temporibus nominiti consuleni iudicem, sed praetorem appellali mos fuerat. Hae consnlares leges fuere La divergenza degli antichi, circa il modo d'interpretare le leggi sacrate e la sacrosanta potestà dei tribuni della plebe si ricava anche da Fksto s. v. sacrosanctum e sacrates leges p. 318 M. Da Festo inoltre si apprende che già Catone aveva accolta la interpretazione più recente, e che secondo costui gli edili erano sacrosanti.
      (3) Liv. Ili, 55, 12: " quae repellitur interpretatio, quod bis temporibus iiondum consulein iudicem sed praetorem appellati ntos fuerat „.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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