Storia di Roma di Ettore Pais

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      minucio ed ercole MIL\)T/iì\
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      denunzia del primo, vale a dire dal culto di Ercole M^voir,;, (l) adorato, come provano le monete, dalla gente Minucia, alla stessa maniera che i Valeri e gli Orazi veneravano gli eroi tutelari Orazio e Valerio, i quali dal pragmatismo posteriore furono trasformati nei primi consoli della repubblica.
      La narrazione di L. Minucio pare pertanto priva di qualsiasi valore storico; essa si rivela come una delle tante sacre leggende romane innalzate al grado di storia; ed i tre tratti fondamentali del mito, ossia la congiura di Spurio Melio, l'uccisione di costui per opera di Servilio, e la denunzia di L. Minucio, sono effetto di tre giuochi etimologici. Una spianata ai piedi del Campidoglio, detta Equimelio, suggerì il mito del traditore Melio, che vi avrebbe avuta la casa; il cognome Ala dei Servili fu spiegato con il pugnale che questi avrebbe tenuto sotto il braccio; ed il culto di Ercole Mr/zuir,; od " Inventor n dette origine a favoleggiare sulla jiV/JGt; o denunzia di Minucio. Così il nome della siciliana città di Motie era già stato spiegato con il nome di colei che avrebbe fatta la (rivuoi; o denunzia dei bovi rapiti ad Eracle. La genesi di questo racconto va cercata nell'intreccio delle posteriori gesta dei Minuci e Servili con i motivi suggeriti dalla nota leggenda dei tori di Eracle, leggenda d'importazione italiota o siceliota, localizzata nella porta Trigemina e nel vicino Foro Bovario; (*) ed è notevole che
      (') 11 merito di Minucio non sta nell'avere ucciso Spurio Melio (ciò spetta a Servilio), bens'i nella sua denunzia al senato, Liv. IV, 13; Plin. NII. XVIII, 15. Dionisio, XII, fr. 4 è quindi esatto, allorché parlando di L. Minucio, dice replica-tamente: ysvojiévyjs ti "fjj jiyjvùaso); òr.ò xoò M'.vuxfoo eppoi: Sè xrjv y.axi xoO Moc'.Xicj ii^v'j-'.v à^o^óvT'. Mivuxiw v.tX. Cosi parlando della congiura di Spurio Cassio, VIII, 79, dice che il fu il padre.
      Lo stesso culto di Ercole MrjvuxV(g, a cui i bovi vengono rapiti da un ladrone, ricompare sotto forma diversa nel frammento di Ecateo, il quale l'etimologia della città di Mozia, v. Stepii. Byz. s. v. Mot -ir;, ricavava: ànò Moxùr^ Yuvx'.'/.cg jr/jvyaàorjs 'HpaxXsì xsó; aùxsD foòj.
      (f) Come generalmente si riconosce, sono una sola cosa il culto ed il tempio di Ercole Iuvictus o Victor. Il nome di Victor, stando a Varrone apd Serv. ad Aen. Vili, 363 ed a Masorio Sabino apd Macrob. Ili, C, 11, avrebbe elevato il tiburtino Ottavio Ersenna che, da tibice che era nella sua giovinezza, sarebbe diventato mercante. Hercules Victor è il ben noto dio tiburtino (v. Dls-


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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