Storia di Roma di Ettore Pais

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      genesi della leggenda di melio, di seltvllio e di minucio. 543
      dei Mimici, si procedette con lo stesso arbitrio con cui all'edile Seio contemporaneo di Cicerone, clic durante una carestia dette il grano ad un'asse il moggio, venne creato 1111 antenato che prima, ancora del nostro Minucio e del 440 a. C., nella qualità di edile avrebbe pure distribuito il frumento al medesimo prezzo. (') È quindi naturale che alla mente di Quintiliano le gesta di Sp. Melio ricordassero quelle di C. Gracco, che l'opera di Servilio Ala, questo scrittore confrontasse con quella di Scipione Nasica. (*)
      Il racconto della congiura di Melio e della denunzia di Minucio ha per fondamento vari elementi topografici, e solo mediante lo studio accurato di questi possiamo sperare di arrivare al pieno significato della leggenda. Abbiamo già veduto che lo spazio che era posto alle radici del colle Capitolino, dove si supponeva che Melio avesse avuta la sua casa, era detto Equimelio. (') Esso si trovava accanto al luogo, posto pure alle radici del colle Capitolino, dove venne eretto il portico Minucio. L'Equiiiielio era un mercato, e nel porticato Minucio si distribuiva il grano alla plebe. Che a Roma si fosse abbattuta la casa di 1111 cospiratore della patria, e che, nel luogo dove questa sorgeva si fosse fatta una piazza, come ad es. a Pisa 11011 fu più eretto un edificio nel sito dove fu abbattuto il palazzo del conte Ugolino, è in se stesso possibile. Ma nel caso nostro, dopo tutte le cose sinora notate, è più che evidente che abbiamo davanti una leggenda di carattere topografico, simile a quella per cui, pure a Roma, si era favoleggiato di Manio Ma-
      riferiva in due modi circa uu C. od un M. Minucio. La notizia della creazione dei questori nel 509 a. C. sta poi in opposizione con le altre versioni secondo cui sarebbe avvenuta o al tempo dei re, v. Iun. Gracii. apd D'uj 1, 13, 1 pr.; Tac. ami. XI, 22, ovvero al tempo di Spurio Cassio, Cic. d. r. />. II, 35, 60; Liv. II, 41; cfr. IV, 4.
      (') C'ic. de off. II, 17, 58; cfr. Plin. XII. XV, 2, dove il patricio Seio più vetusto è ricordato fra il 439 a. C. ed il 250, in cui L. Metello trionfò sui Cartaginesi. Si noti che tutto quanto Plinio, l. c., ivi narra intorno a codeste più antiche elargizioni è interamente falso.
      O Quint. V, 13, 24.
      (*) Varr. d. 1. L. V, 157: " Aequiinelium quod aequata Meli domus pu-blice „. Cic. de domo, 38, 101. Liv. IV, 16, 1. Dion. IIal. XII, 4.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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