Storia di Roma di Ettore Pais

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      origine e significato della leggenda dei fabì.
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      pertanto l'anticipazione ili vari fatti storici mescolati con dati d'indole sacra e topografica, e alla elaborazione di essa, anche dal lato cronologico, contribuì il desiderio di ornare la storia patria e della gente Fabia con uno dei più belli e più noti episodi della gente ellenica. Gli annalisti romani nel foggiare la leggenda dei Fabi ebbero presente le vicende di Leonida e dei suoi trecento compagni, così come gli storici di Venezia imitarono deliberatamente la leggenda romana, allorché favoleggiarono dei cento Giustiniani periti tutti assieme in Oriente, ai quali sarebbe sopravvissuto uno solo di tal casata. (')
      Nel 474 a. C., secondo la tradizione, i Romani accordano a Veienti una tregua di 40 anni, (-') ed anche questo tratto saliente, al pari di altri sopra notati, pare l'anticipazione di un fatto relativo alla guerra sopra ricordata contro i Tarquiniensi, con i quali i Romani stipulano realmente una sospensione di ostilità per taleseconda nel 217 (sulle quali dittature cfr. Mommsen, ad CIL. I2, p. 193). Sul rapporto della gesta di questi due personaggi vedremo a suo luogo. Qui basti notare che con la confnsione della gesta di diversi Fabi vissuti in tempi pure diversi, si spiega perchè nel 310 a. C. (in cui, essendo console Fabio Rulliano, si parla del passaggio dalla selva Ciminia e della prima sconfitta degli Etruschi al lago Vadimone) si faccia menzione della votazione della tribù Faucia, a cui veniva assegnata la stessa parte in occasione della battaglia dei Fabi al Cremerà, in quella dell'Allia (in cui figurano pure i Fabi) e nell'anno della pace Caudina (321 a. C.) Anche a proposito di tale pace si ricorda un Fabio dittatore v. Liv. IX, 38, 15; v. s. p. 510, n. 1.
      (') Non solo i Veneziani ebbero presente la leggenda dei Fabi nel racconto dei cento Giustiniani (a. 1171), di cui lo stesso Komanin, II, p. 89, dimostrò la falsità, ma l'ebbero pur presente i Genovesi dove ad es. parlavano dei trecento dei loro assaliti dai Pisani, Canale, I, p. 1G2. In tempi più moderni, per effetto della stessa tendenza, si tinse la morte dei 400 di Pforzheim alla battaglia di Wimpfen (6 Maggio 1622), cfr. Coste, nella hist. Zcitschrift del Sybel, XXXII (1S74), p. 23 sg.
      (a) Liv. VII. Alcuni storici di grande valore, come il Niebnhr ed il Mommsen, reputando storica la tregua del 474 ed accettando la data varroniana, hanno messo in rapporto la pace accordata dai Veienti con la sconfitta che Ierone in quell'anno, secondo il computo di Diodoro, XI, 51. dette ai Tirreni nelle acque di Cuma. Ma a parte il nessun valore della notizia su codesta tregua veiente, va osservato che il 474 di Diodoro risponde al 479 a. C., secondo il computo var-rouiano, e che ò a tutto rigore il 477 di Livio; cfr. su ciò il mio elenco dei sincronismi nel volume di complemento.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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