Storia di Roma di Ettore Pais

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      significato sacro E topografico della leggenda dei fari. 521
      vanti alla porta Capena si mostrava il sepolcro di Orazia, uccisa dal fratello. (') Va inoltre tenuto conto del fatto che le Carmentalia del 15 Gennaio si dicevano istituite in onore di codesta dea, grazie alla presa di Fidene, la costante alleata di Veio. E tale leggenda sta certo in rapporto con il fatto che per recarsi a Fidene era necessario passare dalla porta Carmentale, e che anche il tempio della dea Matuta, che le stava proprio accanto, si diceva votato e fondato da Camillo al tempo di una guerra contro i Veienti. (5) Xon va inoltre scordato che Carmenta era detta madre di quell'Evandro, il quale era stato identitìcato con Fauno, vale a dire con il dio al quale era sacro il 13 Febbraio. (*) Con ciò sta pure in rapporto la data del 13 Febbraio assegnata, secondo un'antica versione, alla battaglia del Cremerà, data che è pure col legata con la storia di Camillo e dei Galli per la battaglia ilei Cremerà, allo stesso modo che l'altra data del 1S Luglio, è una duplicazione di quella della sconfitta dell'Alila. La data del 13 Febbraio fu determinata dalla circostanza che tale giorno era sacro a Luperco e che le sacre cerimonie dei Lupercali avevano principio il 15 Febbraio. (4) Vedemmo come una delle due versioni faccia perire i Fabì nel momento che si recano a compiere il sacrificio della loro gente, e questa cerimonia era appunto quella dei Lupercali, in origine uno dei culti privati della gente Fabia, che abitava il Quirinale. E le leggende, che, tendendo a confondere le gesta dei Fabì caduti al Cremerà con quelle dei tempi dell'invasione galliche, narrano che la battaglia dell'Allin e del Cremerà avvennero ambedue al 1S Luglio, assegnano anche al 13 Febbraio la liberazione di Roma e suppongono, come già notammo,
      O V. s. i>. 297 sgg.
      (2) Fast, l'racn. ad d. 15 Ian, CIL. I3, p. 307. II re nominato in questo passo pare sia Anco, che guerreggiò contro i Veienti ed i Fidenati, v. Dion. Hal. [Il, 40 sq. La continuazione della medesima serie di feste in giorni dispari è, come è noto, una delle leggi del calendario romano. Se il numero di 30G Fabi (e non quello tondo di 300) stia o no in rapporto con qualche cerimonia dei Lupercali non abbiamo, credo, più modo di rintracciare. Sui Fabì e le Lupercalia cfr. s. p. 229, n. 3.
      O Liv. V, 19, 6; 23, G.
      (4) Ovid. fast. Il, 193; cfr. CIL. V, p. 309 ad d.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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