Storia di Roma di Ettore Pais

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      48Scap. iv. - dal Fi a cacciata dei ue etc.
      lieve indizio parrebbe potersi ricavare che i due pittori vennero a Roma verso la metà del secolo V, ossia al tempo in cui, secondo una versione sopra notata, Spurio Cassio sarebbe stato tribuno della plebe. Ma pur troppo codesto tribuno del V secolo ha poca consistenza storica, ed è più che probabile elio la riforma greca del culto italico di Cerere, anziché al V secolo, vada riferita ad età molto posteriore. (') Allo stesso modo, come a suo luogo vedremo, notizie autentiche ci conducono alla conclusione che le gesta attribuite alla prima secessione e duplicate a proposito della storia dei decemviri non sono che parziali anticipazioni di avveni-
      (') Che Dantofilo e Gorgaso, che dipinsero il tempio di Cerere, siano vissuti nel V secolo, pare si possa ricavare dalla dichiarazione di Plinio, XJI. XXXV, 154: u ante liane aedein Tuscanica omnia in aedibus fuisse auctor est Vario . e si è più volte pensato che codesto Dantofilo sia il maestro di Zensi, Brunn. G cschi chi e d. ffviech. Kiwnstler, il, p. 7G sg. Tuttavia questa identificazione non ha per se nessun solido argomento, e nulla esclude si tratti di due artisti diversi aventi il medesimo nome. D'altro canto i dati di Varrone circa l'origine dei templi e dei culti romani, che riferisce talora anche all'età dei re, vanno presi con cautela, e rispetto al tempio di Cerere va osservato come Vitruvio, HI, 2, 27, lo citi proprio fra quelli che serbavano traccie dell'antico ornamento tuscanico. Il tempio di Cerere dovette adunque essere posteriormente ornato dai pittori greci. Cosi i dati relativi a tutte codeste pitture nel Lazio non vanno al di là del IV secolo, v. s. p. 102.
      Con tutto ciò si accorda pienamente il passo di Arkouio, II, 73, secondo il quale il rito greco di Cerere fu introdotto a Roma poco innanzi al tempo di Annibale. Per effetto di un pregiudizio, ossia della falsa opinione che il culto di Cerere sia penetrato a Roma sino dal V secolo, questa notizia si collega da taluni con uno dei posteriori rinnovamenti del culto ellenico di Cerere. In breve, il culto di Cerere era indigeno a Roma, come prova l'indicazione delle CER(ealia) negli antichissimi calendari. 11 rito greco di questa dea non rappresenta, come quello di Apollo, di Castore e di Ercole stesso, l'introduzione di sana pianta di una divinità straniera, bensì, come nel caso di Diana, di Saturno, una sovrapposizione di riti greci sui romani, la quale rispetto a Cerere, stando ad Amobio, sarebbe avvenuta poco prima della seconda guerra punica.
      Ciò non ha capito chi recentemente mirando a distinguere, anzi a dividere il culto greco di Persefone da quello romano di Cerere, il rito della dea onorata alle falde dell'Aventino, da quello importato dalla Sicilia, non si c ricordato che a Roma non vi fu che un solo tempio di Cerere, quello appunto posto presso il Circo Massimo e l'Aventino, ossia il tempio della plebe, dove quindi fungevano le sacerdotesse venute dalla Sicilia e dalla Magna Grecia, v. s. p. 571, n. 3.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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