Storia di Roma di Ettore Pais

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      genesi della leggenda di spurio cassio.
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      come prova quanto è narrato intorno alla ambasciata di Volumnia e Veturia ed alle feste a cui ora assistono i Volsci come già i Sabini. (') Anche nella storia dei re vediamo come i figli di Anco Marcio si sottraggano ad una giusta punizione con l'esilio fra i Volsci; (3) segno evidente che la leggenda di Coriolano, al pari di quella di Clelia, veniva narrata in modo differente, e come quella di Spurio Cassio e di Mucio Scevola era riferita a tempi diversi. Ma fra tutti gli elementi aggiunti posteriormente, e che valsero a dare alla leggenda di Coriolano l'aspetto sotto il quale è a noi nota, dobbiamo in primo luogo rammentare le gesta autentiche di C. Marcio Rutilo, del console del 342, che impedì si compisse la grave rivoluzione che le sue milizie minacciavano a danno della patria. Codesta, sollevazione, che gli antichi raccontavano in modi molto diversi, secondo alcune versioni avrebbe avuto fine per l'arrivo degli altri Romani rimasti in patria. Allorché si narrava la scena dei due eserciti che incontratisi qualche miglio fuori da Roma si erano tosto ricordati della patria comune, e che invece di combattere si erano abbracciati, gli antichi notavano il punto di contatto con la storia della prima secessione e di Coriolano. (3) Anche altri particolari della leggenda, come ad esempio il fortunato assedio di Corioli, si ritrovano, in modo che veramente colpisce per la sua strana somiglianza, nella presa che C. Marcio Rutilo fece di Priverno. (4) Notammo di già come la storia di questo valoroso capitano di carattere demagogico abbia contribuito a far sorgere alcuni particolari della storia di Anco Marcio. (') Nulla di strano che sia avvenuto lo stesso a proposito del pseudo Coriolano, che si faceva discendere da Numa e da Anco Marcio; (c) e senza dubbio
      (') Cfr. Liv. II, 37, C, deve in occasione della presenza dei Volsci alle feste romane si fa ricordare, in un discorso, a titolo di comparazione quella dei Sabini.
      (') Liv. I, 41, 7. Dion. Hal. IV, 5.
      (3) Liv. VII, 40, 11 sqq.
      (4) Liv. VII, 16. Rispetto a qnesti e ad altri particolari limando alle dimostrazioni che do nella memoria su Coriolano, nel volume di complemento.
      (5) V. s. p. 30S.
      (é) Val. Max. IV, 3, 4. Plut. Coriol. 1; cfr. le monete dei plebei Marci con le teste di Anco e di Numa, Babklon, op. cit. II, p. 193.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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