Storia di Roma di Ettore Pais

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      48Scap. iv. - dal Fi a cacciata dei ue etc.
      probabilmente una ili quelle diverse narrazioni citate da Plutarco intorno al nostro eroe, il quale, per uno dei tanti arbitri della cronologia romana, è fatto coetaneo di Tarquinio il Superbo. La forma più diffusa della leggenda di Mucio Scevola meglio si spiegherebbe qualora si supponesse sorta per opera di quei romanzieri greci i quali nel racconto delle gesta romane portavano criteri diversi da quelli accettati in seguito dalla storiografia nazionale, e che ad es. narravano che con il tradimento Tulio Ostilio si era impadronito di Mezio Fufezio. Ovvero tal forma va inessa in rapporto con altre circostanze che sono cancellate nella versione giunta sino a noi. Non ha nulla di strano in sè il racconto di un nemico tolto per mezzo d'insidie, (') ma sorprende la giustificazione della insidia e del tradimento in una narrazione che mira a glorificare in pari tempo la fede romana e la a fida pace „ conclusa con Porsenna rimasto meravigliato degli atti eroici di Mucio e di Clelia. (•) L'impresa di Muzio Scevola potrebbe essere compresa quando si ammettesse che in una antica redazione per noi perduta Porsenna, anziché quale nemico leale, venisse rappresentato come un tiranno del genere del Superbo, un uomo posto fuori della legge che è lecito spegnere anche a tradimento, cosi come Servilio Ala trafisse Spurio Melio, e come mille eroi greci uccidessero i tiranni della patria. Una tradizione di questo genere può anche essere esistita. Se presso la curia romana si mostrava una statua che si diceva rappresentare Porsenna, (3) e se allorché si faceva la vendita di beni pubblici si pronunciava la forinola: / i beni di Porsenna „ ciò va messo probabilmente in relazione con la notizia accolta da Plinio e da Tacito, secondo cui 1111 re Porsenna sarebbe stato signore di Roma. (*) Con una versione di questo genere si accordano 0 meglio si spie-
      (') Fatti ili questo genere è ovvio trovare nella storia greca, presso i barbari, e nella stessa storia romana, v. ail es. Arr. Mithr. 59; 69.
      0 Liv. II, 15, 7: - pax fida cfr. 13, 9.
      (') Plut. l'opl. 19, 11: etàx^xet Zi /aXy.oOg àv^ptàg còxoò (cioè di l'or-senna) napà zò pooXsoTvjp'.ov àttXcòg xad àp/a*xòg xfj èpyccC) Liv. II, 14, 1 : " inter cetera sollemnia manet bona Torsinnae regis ven-dendi „ ; cfr. Plut. I. c. Della formula il significato era già oscuro agli antichi, v. Liv.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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