Storia di Roma di Ettore Pais

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      ORAZIO COCLITE ED IL DIO VULCANO.
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      affermava che essendo stato ferito nell'atto di passare il Tevere, era diventato zoppo, e che nella statua che lo rappresentava veniva notato tale difetto. (l) Tale statua, secondo un racconto reputato degno di esser registrato negli annali massimi, era nel Comizio, ed essendo stata colpita dal fulmine venne collocata nel Volcanale, in luogo dove potesse essere illuminata dal sole. (e) In breve tutte le notizie intorno a questo leggendario personaggio, che sulle rive del Tevere riesce a tenere a rispetto un intero esercito, ci guidano alla sicura conclusione che il Coclite non è che il Ciclope, anzi Vulcano stesso, il dio primordiale di Roma adorato sul Capitolino, a cui rimane sacra la regione posta alle falde di questo colle detta Volcanale, ed il cui culto, come è rivelato da una serie di prove cospicue, era strettamente collegato con quello del dio Tevere, (3) allo stesso modo e per le stesse ragioni per cui nel mito ellenico Efesto gettato dal cielo è raccolto da Tetide. Orazio ò detto Coclite, ossia il Monocolo, per gli identici motivi per cui gli antichi dicevano che il Soie era l'occhio di Giove, e monocolo gli Indi dissero Varuna, Odino i Germani. (4) La statua di Orazio era posta presso il Comizio, nell'antichissima area di Vulcano, ossia nel focolare dello stato, ove veniva baciata dal sole, appunto perchè era il Sole medesimo, che nell'antichissimo culto romano è identificato con Vulcano e con Giove. (4) La leggenda
      (*) Dion. Hal. V, 24 sq.
      (*) Ann. Max. apd Gkll. JV/L IV, 5, 1; cfr. s. p. 80, n. 2. Con questo racconto va, forse, messo in rapporto quello riferito da Fest. s. v. Statua p. 290 M. Dei rapporti fra il Volcanale * quod est supra CoiuitiumFest. I. c., e l'antichissimo Comizio dirò a suo luogo.
      (3) Rimando al cit. volume di complemento. Qui mi limito a notare che dei rapporti fra Vulcano ed il Tevere restò chiara traccia ad Ostia dove perdurarono i * praetores „ e gli ' aediles sacris Volkani facinndis „ C1L. XIV. n. 3, 349, 351, 375 sq., 390 sq., 402, 412, 415. Anche a Roma del resto di ciò restò traccia, fra l'altro, nei * ludi piscatorii „ v. Fest. s. v. p. 238. A Roma il tempio di Vulcano nel Campo Marzio pare stesse accanto a quello delle Ninfe (v. Mommsbn ad Clh. I, p. 326, ad d. 23 Aug.), cos'i come a Narbona, accanto all'ara di Vulcano v'era una piscina CIL. XII, n. 4338. Il rapporto tra il Tevere e l'area di Vulcano è quello stesso che intercede nella cerimonia del toccare l'acqua ed il fuoco, v. ad es. Plut. q. Itotn. 1, e nel)'interdire dall'uno e dall'altra.
      (4) V. ad es. Prklli-r-Robert, griech. Mgthoì. I, p. 432.
      (4) Vulcano, ossia la personificazione del * fulgur, „ risponde nella sostanza


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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