Storia di Roma di Ettore Pais

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      critica della guerra contro porsenna.
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      corre pericolo della vita. (') Tutte le guerre contro gli Aurunci si rivelano a primo aspetto quali duplicazioni o triplicazioni di un solo fatto, che per giunta difficilmente cade verso questi tempi. (-) Ad es. poco prima della battaglia del lago Regillo, da parte di un console v'è pericolo di tradimento, e l'altro di essi abdica per obbligare il collega a lasciar l'ufficio, cosi come prima di quella dell'Arsia, si crede necessario congedare Collatino. (s) Di tutte queste guerre la più notevole è quella contro Porsenna. Ma i particolari che vi si riferiscono, o sono assurdi, o sono duplicazioni di fatti raccontati più tardi. La prima scaramuccia fra Porsenna ed i Romani, la zuffa fra le porte Nevia e Collina è raccontata con le identiche circostanze a proposito della invasione dei Veienti dopo la disfatta dei Fabi al Cremerà (477-476); ed in ambedue queste fazioni, in cui avvengono gli identici fatti, il liberatore di Roma è un Orazio. Tale identità di circostanze e di nomi fa nascere il sospetto che tutte queste notizie si riferissero in origine ad una sola guerra contro i Veienti e che sia fuori di proposito la menzione di un re di Chiusi. È già strano che a favore di Tarquinio si dicano mossi i Tarquiniensi, i quali solo dopo il 399 a. C. figurano come nemici della Città, (4) ed è forse lecita la domanda se per caso vi sia stata piìi o meno deliberata confusione fra i Tarquiniensi ed i Tarquini, tanto più che Cicerone, in un luogo dove parla delle guerre sostenute da Roma contro i popoli vicini in causa di Tarquinio, seguendo una versione meno illogica, discorre dei soli Veienti e Latini. (5) Una guerra contro i Chiusini, appa-
      (') Liv. II, 17, 3: " consulum quoque alterum — ceterum nomen auctores non adiciunt — gravi vulnero ex equo deiectuni prope interfecerunt (2) V. s. p. 426 cfr. oltre al cap. VII.
      {*) Liv. 11,21,3: * A. Postuminm, quia collega dubiae fidei fuerit, se con-sulatn abdicasseO Liv. V, 16. Cfr. s. p. 310.
      C) Cic, Tu se. Ili, 12, 27. Sulla confusione fra Tarquiniensi e Tarquini v. s. p. 410, n. 6. Anche le parole di Iustino, XXXVIII, 6, S, dove dice che Servio era stato un servo " Tuscornm, „ anziché con una particolare versione si spiegano, forse, mediante una erronea interpretazione di un passo in cui, come in Cicerone, <1. r. p. II, 21, 37, si dicesse che era * ex serva Tarquiniensi natum e che porgesse quindi ansa ad uno scambio fra la città di Tarquini ed i Tarquini.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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