Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. IV. - DALLA CACCIATA DEI HE ETC.
      Romani, ma fra Atto Tullio e Coriolano venne tramato un disegno, che dovesse condurre alla guerra. Si fece credere ai consoli romani che i Volsci, accorsi a Roma per la ricorrenza delle " magni ludi „ si sarebbero comportati allo stesso modo che era stato tenuto da giovani Sabini alcuni anni prima. Si provocò un decreto di espulsione dei Volsci, i quali partendosi da Roma con l'animo irritato trovarono al bosco Ferentino Atto Tullio, che maggiormente invelenì l'animo loro. Atto Tullio e Marcio Coriolano furono creati duci della nuova guerra, della quale il protagonista fu l'esule romano. Circei, Satrico, Longula, Polusca, pochi anni prima prese dai Romani, persino Corioli e Lavinio, vennero restituite ai Volsci, che, guidati da Marcio, si accamparono alle fosse Cluilie. La vicinanza del nemico porge esca a nuove discordie interne; perciò il senato è obbligato a mandare umili oratori di pace all'esule, che fieramente le concede a patto che i Volsci riabbiano le terre perdute in guerra. Coriolano in attesa della deliberazione dei Romani conquista intanto altro città, fra esse Corbione, Vitellia, Labico, Pedo, e ritornato daccapo presso le mura della patria ode inflessibile le vane preghiere dei sacerdoti romani. (')
      ti co laro tradizione. Le modalità del processo riferite da Dionisio, VII, 64, hanno dato luogo a particolari osservazioni del Mommsen, l. a. p. 138 sgg. Secondo Dionisio Coriolano è condannato dalle tribù, e parte solo dopo avere avuto notizia della sua condanna. La scena dell'arrivo di Coriolano è narrata estesamente da Dionisio, Vili, 1 e più drasticamente da Plutarco, Coriol. 22, che Tullio chiama Ainfidio.
      (') Livio, II, 39, all'anno 491 a. C. racconta della presa di Circei, di Satrico, Longula, Polusca, Corioli, Lavinio, Corbione, Vitellia, Trebio, Labico, Pedo, e non parla di un secondo arrivo di Coriolano davanti a Roma. Secondo Dionisio, Vili, 14 sqq., Coriolano prende Circei nel 488 a. C. (489 V.), nell'anno seguente muove contro i Tolerini contro Boia, Labico, Pedum, Corbione i Copiolani (?), Boville, Lavinio, va quindi alle fosse Cluilie, Vili, 22, e respinta la preghiera dei cinque ambasciatori. Romani e dati trenta giorni a riflettere sulle sue pretese, volge le armi contro Longula, Satrico, Celia (?), Polusca, gli Albieti (?) i Mugiltani ed i Coriolani, quindi torna davanti a Roma, e pone l'accampamento a poco più di 30 stadi (quindi a 4 miglia —32 stadi) dalla Città, sulla via tusculana, Vili, 36. Allora a lui vengono ambasciatori di pace i sacerdoti, Vili, 38, poi le donne ib. 39 sq. Che anche a Livio fosse presente una redazione nella quale si parlasse di due diverse venute di Coriolano risulta forse dalle parole 11, 39, 12 14 sacerdotes quoque suis insignibus velatos


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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