Storia di Roma di Ettore Pais

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      MORTE DI BRUTO. VALERIO PUBLICOLA
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      tutti di aspirare al consolato. (') Gli venne dato come collega Sp. Lucrezio, di cui alcuni autori non facevano menzione, (') ed a costui, mol to pochi giorni dopo, succedette M. Orazio Pulvillo, ossia il console con il quale la tradizione costantemente congiungeva la dedica del tempio Capitolino, che i Tarquinl avevano bensì incominciato ad edificare, ma che, cacciati dalla Città, non avevano dedicato. A proposito di tale dedica si raccontava che i parenti del Poblicola, inai sopportando che tanto onore fosse toccato in sorte a Orazio, avessero cercato di impedirla. Proprio nel momento in cui il console, tenendo la mano sulla porta, stava per cominciare il sacro rito, gli venne comunicata la morte del figlio; egli si sarebbe limitato a rispondere che avesser gettato dovunque il cadavere, e senza prender lutto avrebbe atteso alla pia e solenne cerimonia. (3) Tale consacrazione sarebbe avvenuta agli Idi di Settembre. (4) Nel secondo anno della nuova repubblica, ovvero nel terzo, stando ad un diverso ordinamento dei fasti, gli annalisti ponevano la seconda e la più importante guerra sostenuta con la gente etnisca per ca-
      Infine tanto Plutarco, quanto Dionisio, II. cc., dicono che il Poblicola stabilì che in Città i fasci fossero privi delle scuri.
      (') Plutarco, Popi. 11 init., dice espressamente: ur.axsiav jièv yàp sSwv.e psTtévai y.ai zapaYY^ÀXs'.v tot?
      (2) Sp. Lucrezio console sufì'eto è ricordato da Cic. d. r. p. II, 31, 55, il quale, come Dionisio, V, 20, dice che Valerio lo fece nominare all'indomani stesso del giorno in cui seppe delle accuse mossegli. Così al pari di Plutarco, Popi. 12, ricorda il nobile atto del Poblicola, che al collega più anziano concesse i fasci, ciò che si diceva che Tarquinio Collatino avesse fatto verso Bruto Livio, lì, 8,5, dice: " apud quosdam veteres auctores non iuvenio Lucretium consulem „.
      (') La circostanza che l'onore toccato a M. Orazio desta l'invidia dei parenti del Publicola, Liv. II, 8, 7, o del fratello di costui Marco, Plut. Popi, si spiega con il desiderio della storiografia domestica dei Valeri, che questo personaggio mirava a rendere immune dalla tabe dell'invidia. Così speculazioni di questo genere più o meno tarde chiariscono centinaia di particolari di questo pseudo storico personaggio. Rilevarli tutti è inutile. Va però osservato che, mentre, stando a Livio II, 8, 8, Orazio dispone che il cadavere venga portato via di casa, secondo Plutarco, Popi. 14, 7, ordina che venga gettato dovunque (cfr. Cass. Dìo, fr. 13, 4 p. 38 Boiss.) Della dedica del Campidoglio Dionisio, V, 35, fa menzione solo tre anni dopo 506 a. C. e tace questo particolare.
      o Liv. VII, 3, 8. Plut. Popi. 14.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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