Storia di Roma di Ettore Pais

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      LA BATTAGLIA DELL'AIÌSIA.
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      Scoperta la loro frode, i Tarquinì si volsero apertamente alla guerra. I Tarquiniensi ed i Veienti incontrarono i nemici nel snolo romano, ossia nel prato Nevio. Bruto ed Arante Tarquinio, vedutisi, corsero uno contro l'altro e si ferirono mortalmente. Alla battaglia pose fine la voce di Silvano, o come altri diceva, dell'eroe Orato, a cui era sacra la selva vicina. Questi annunziò che avevano vinto i Romani, dacché da parte dei loro nemici era morto uno in più. (')
      con una legge Horatia. Sicché deve pensarsi o al consolo del ">09 a. C. od a quello del 449 a. C., che, come vedremo, sono la stessa persona. Le parole degli annali sono riferite da Plinio, SII. XXXIV, 25, che al pari di Gellio, perche attinge alla stessa fonte, la vestalo dice essere stata CJaia Taracia o Gaia Fu-fezia. Tapxuvia ò dotta invece da Plutarco, l. e.; cfr. la mia ricerca speciale su Tarpeia e quanto «lieo su Acca Larenzia nel volume di complemento. Con il complesso di queste narrazioni si connette la notizia, apparentemente diversa, che Tarquinio il Superbo fu " inter duos pontes a populo Romano fusto macta-tus, „ Chron. a. 354 (Suet. rei. Reiflf. p. 320), ossia nell'isola Tiberina, detta appunto così: jisorj Soolv yeyjptòv Plut. Popi. 8, 5; v. s. p. 263.
      (') Livio, II, 7, 2, fa menzione solo della vicina * silva Arsia „. Il nome di Arsia parrebbe trovarsi in quello di Oòpoov iXscg di Plutarco, Popi. 9, 2, che ricorda anche il vicino Aìooóstog Xscjìwv. D'altra parte è anche probabile che il nome Oùpoov debba essere corretto, con il passo di Dionisio. V, 14, il quale dice che la battaglia avvenne èv Xe'.]i<óvt y.a/.oojìévip Naturo zapà Spu^ióv vjptoof 'Opàxoo. Iti breve Aìooóstog Xeiptóv è certo corretto dal Xa^'.o; Xsipróv e deve essere una sola cosa con la silva Naevia ed i " memora Naevia „ che si trovavano a quattro miglia da Roma, e che venivano già dai tempi di Catone ricordati a titolo di obbrobrio. Fest. p. 169 M. s. v. Parrebbe pertanto naturale pensare che in Livio u ex silva Arsia r sia corrotto e che si debba leggere invece * ex sii va Horatia „. Ma tale congettura non cattiva, forse, per alcune ragioni, ò poco probabile per altre. Ad ogni modo il Silvano ricordato in questa occasione da Livio rispondo all'eroo Orato di Dionisio. In quanto al luogo della " silva Naevia „ o
      * pratnm Naeviniu „ ò da osservare che Dionisio, 1. e., lo colloca sulla riva destra del Tevere. Ma va considerato che tutti i fatti qui ricordati sono duplicazione di altri, che fra poco ricorderemo; e che presso la porta Nevia ha pur luogo una scaramuccia poco dopo, quando giunse Porsenna, Liv. II, 11. La porta Nevia si trovava a mezzogiorno dell'Aventino, non lungi dalla porta Capena d'onde ci giungeva al * campus Horatioruin „ v. s. p. 296. È naturale quindi domandarci se por caso Dionisio non abbia male capito il dato topografico, e se nello stesso modo che si affermò che Porsenna aveva fatto passare i suoi sulla riva sinistra del Tevere, non si sia detto che su questo stesso terreno avevano combattuto i Veienti ed i Tarquiniensi, che, come vedremo fra poco, non sono diversi dall'esercito del re Porsenna. La versione di Bruto e di Arunte, che si uccidono a vicenda, è ricordata anche da Cic. 'l'use. IV, 22, 50.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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