Storia di Roma di Ettore Pais

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      mCAI». III. - I SETTE HE DI ROMA.
      tempo di Tarquinio il Superbo, per aver mancato alla fede nel custodire i libri sibillini, fu dal re consegnato a Petronio Sabino, affinchè messolo entro un sacco lo gettasse in mare, (') non potè sorgere prima dell'anno 315 o 30G a. C. in cui Soia fu tradita. Versogli anni 254, 250 a. C. un Atilio Calatino innalzò nel Campidoglio un tempio alla Fede; è naturale pensare che venisse eretto in espiazione del tradimento di Soia fatto sul finire del IV secolo da A. Atilio Calatino, che per esso diventò infame. (-) Vedemmo come i plebei Tulli pretendessero derivare da Servio Tullio, come i Navi collegassero molto probabilmente con le proprie origini il fondatore del diritto augurale, e come gli Autisti si facessero discendenti di colui che avrebbe fatto il * foedus „ tra Gabi e Roma.
      Non mancano accenni a pretese di genti patricie. Tali ad es. quelle relative ai Gegani, che vennero offuscate e caddero in dimenticanza. Le tradizioni ufficiali serbano alto silenzio a proposito di quei Quinzi, di quei Servili e Cieli, che a loro conferma vennero a far parte dello stato romano dopo la distruzione di Alba, e non parlano nemmeno per l'età regia delle gesta di quei pattici Nauzi, che al pari dei Sergi e di altre genti, si vantavano discesi da Enea. Con ciò sta probabilmente in qualche relazione anche il fatto che i Gegani non compaiono più nei fasti romani dopo l'approvazione delle leggi
      (*) Dion. Hal. IV, 62. Val. Max. I, 1, 13.
      C) Val. Max. Vili, 1, 9. Il tempio della Fede fu eretto nel 254 o nel 250 a. C., Cic. d. u. d. Il, 23, 61, cos'i come quello della Spes, dedicato pure da A. Atilio Calatino, lo tu verso gli stessi anni, Tac. ann. Il, 49, cfr. Aust. de aed. sacr. p. 15 sq. Atilio Calatino, il traditore di Soia, di cui parla Valerio, ha relazione con il tradimento di Sora, che avvenne durante le guerre Saunitiche, cfr. liiv. IX, 23; 43 sq.; su ciò v. oltre al cap. Vili. La menzione di Petronio Sabino, che manca a Dionisio, IV, 62, è fatta invece da Vali:kio Massimo, I, I, 13, e può darsi che sia parte integrale del racconto, e che accenni ad un fatto storico anticipato, di cui per noi ò perduta la memoria. 1 Petroni, come mostrano le monete di P. Petronio Turpiliano, Bauklon, op. c:t. II, p. 301, si vantavano discendenti da Tarpeia e probabilmente per effetto di giuoco etimologico tra Tarpeia e Turpiliano. Pare del resto trattarsi di una pretesa di età assai recente, e può darsi che lo stesso caso sia quello dei Vetti che si collegavano con Nutna, Plut. Nhih. 7, 2, v. Babelon, op. cit. II, p. 532, e dei Turani, che dicevano essere giunti a Roma con il re Tito Tazio, Dion. Hal. II, 46.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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