Storia di Roma di Ettore Pais

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      I VECCHI ED 1 NUOVI CULTI DEL COLLE CAPITOLINO.
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      nuovo ai vecchi culti non avvenne, come la tradizione vuol far credere, in età cosi vetusta. E certo elio il culto di Giove Capitolino succedette a quello più antico di Vulcano e della vestale Tarpeia, i quali non furono propriamente cacciati, ina subordinati al nuovo dio, che alle vecchie divinità dette ricetto nel suo tempio. Vulcano continuò, sino a tarda età, ad esservi onorato sotto il nome di Sum-inano; (l) e di Tarpeia, come dicemmo, vi si vedeva del pari l'effigie. Tarpeia, la sacerdotessa di Vesta, che si fece vivere ai tempi di Romolo, ovvero di Ninna, od anche ai primi anni della libera repubblica, era la Vesta del colle Tarpeio, la sposa del dio Tarpeio o Tarquinio; così Gaia Caecilia, la Vesta del Quirinale, da sposa di Dius Fidius venne trasformata in moglie di Tarquinio. Ecco perchè Tarquinio, secondo la tradizione, avrebbe innalzato il tempio di quel dio sabino; Tarquinio sul Quirinale avrebbe edificato un tempio a sè stesso, come il medesimo Tarquinio sul monte Tarpeio eresse a sè quello di Giove Capitolino. 11 Tarquinio che fonda il tempio di Giove Capitolino non è diverso da quel Vulca, al quale questo re avrebbe affidato l'incarico di ornare della quadriga tale tempio. Vulca e Tarquinio sono personaggi mitologici che si riattaccano al Vulcano del colle Tarpeio, uè più nò meno come il fabbro Mamurio Veturio è lo stesso dio Marte. Ciò ammesso, si comprende assai chiaramente come mai Servio, il figlio di Vulcano, fosse nato in casa di Tarquinio ed allevato da Tanaquilla, ossia da Vesta. Ed alla storia del dio onorato sul colle Tarpeio conviene l'aneddoto dell'aquila che avrebbe salutato Tarquinio Prisco, il racconto dello scettro, del trono e di tutte le altre insegne, che costui avrebbe per primo introdotto dall'Etruria, dacché questi sono appunto gli attributi di Giove. (-)
      (l) Cic. de ditin. I, 10, 16, ci fa sapere che la statua fittile di Sununano era nel fastigio del tempio di Giove Capitolino, Plin. SII. XXIX, 57, cfr. Aug. d. c. d. IV, 23: " Romani veteres uescio quein Summanum, cui nucturna fulmina trikuebaut, coluerunt magis quain Iovem.... Sed postquam Iovi templuni insigne ac sublime constructum est, propter aedis dignitatem sic ad eum mul-titudo confluxit, ut vix inveniatur qui Summani nomen, quod audire iam non potest, se saltem legisse meminerit.
      (a) Per ciò al tiranno Clearco di Eraclea, che si diceva figlio di Giove " aurea aquila velut argumentuni generis praeferebatur cet „. Iust. XVI, 5, 9.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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