Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAI». III. - I SETTE HE DI ROMA.
      stata coetanea (li Tarquinio il Superbo. V'era anzi chi asseriva che l'imagine ili Tarpeio, più nota sotto il nome di Metellina, fosse adorata nel tempio di Giove Capitolino, (') ed a proposito di costei si raccontava una storia di offeso pudore, che ricorda vivamente quella di Lucrezia. Lucrezia era stata violata dal cognato; Tarpeia Motel lina dal padre, l'ima e l'altra avrebbero vendicato l'onore ad esse rapito; (-) e v'era pure chi diceva che Tarpeia fosse stata uccisa da Tazio, perchè non aveva voluto tradire la fede dovuta a Romolo. (8) Chi consideri tutto ciò, e tenga presente come la pudica Lucrezia, da alcuni fatta sposa del saggio Numa, venne pure confusa con Gaia Cecilia, detta non moglie, ma nuora di un Tarquinio, riconoscerà che tra la sposa di Tarquinio Collatino e la Tarpeia o Tarquinia del colle Tarpeio vi sono più punti di contatto di quello che non apparisca a primo aspetto; allo stesso modo, e lo vedremo nel prossimo capitolo, Tarquinio il Superbo e Tarquinio Collatino, il marito di Lucrezia, rappresentano due forme di uno stesso personaggio, di una sola narrazione. II racconto tradizionale, o diremo meglio i vari racconti tradizionali della cacciata di Tarquinio il Superbo e di Tarquinio Collatino, l'uno dal regno, l'altro dal consolato, sono privi di qualsiasi valore storico. Storico è invece che il tempio ed il culto di Giove, di Giunone e di Minerva Capitolina cacciò, o fece cadere in dimenticanza, quello delle divinità che precedentemente occupavano quell'area. La narrazione romana circa le divinità che cedettero il terreno ad esse già consacrato, ad eccezione di Termine e della Gioventù, merita fede in un certo senso, in quanto era desunta da riti viventi e dacché la sostituzione del
      (') Fi'.st. p. 363 M s. v. Tarpeiae esse effigiem cet.
      (•') [Plut.J parali, min. 19. Sebbene riposi sull'autorità più che discutibile del romanziere Aristide, nondimeno questa notizia serba vari tratti degni di qualche esame.
      (3) Chkon*. a. 554 (Suet. rei. lieiff. p. 218), cfr. Antig. apd. Plut. Jiotn. IT che la faceva uccidere dai padre Tazio, perchè obbligata da Komolo aveva tradito i suoi. Fra le due narrazioni v'è un nesso, e ciò mostra che la fonte del Cronografo, sia egli Snetonio od altri, direttamente od indirettamente, deriva talora da fonti antiche.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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