Storia di Roma di Ettore Pais

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      3S4 CAP. III. - I SETTE RE DI ROMA.
      11 tempio dedicato a Giove ottimo massimo ed alla triade capitolina non sorse prima del 509 a. C., e non fu nemmeno dedicato nel primo anno della repubblica. Giove Capitolino succedette con il tempo a Vulcano e Suminano, ai quali la tradizione suppone avesse edificato un tempio Tito Tazio. (l) Vulcano ò lo stesso Vulca veien-tano, che per ordine di Tarquinio Prisco avrebbe fatta la imagine di Giove, (*) ossia quel Olo vulcentano, il cui capo si sarebbe trovato nelle fondamenta del Campidoglio. (3) Il tempio di Giove Capitolino, lo vedremo nel corso di questo volume, sorse dopo la presa della Città per opera dei Galli, e la stessa tradizione lo doveva originariamente collegare con Camillo. (4) Perciò il colle Capitolino non faceva parte del più antico Settimonzio, 11011 era compreso nelle località dove si faceva l'antichissima processione degli Argei, (6) e della triade capitolina manca qualsiasi traccia nelcfr. Tac. ami. VI, 12, sta in rapporto con il complesso di credenze fra loro ormai fuse in codesta età.
      Rispetto alla introduzione della leggenda a Roma, il pensiero corre naturalmente (come nel caso della leggenda di Menenio Agrippa, congiunta con il culto di Cerere, v. nel cap. sg.) ai ludi Apollinari, introdotti per consiglio degli oracoli del vate Marcio v. Liv. XXV, 12, 9 sq. I carmi .Marcì erano custoditi insieme ai libri sibillini v. Serv. ad Aen. VI, 72. L'efficacia di Fabio Pittore rispetto ai libri sibillini è stata sospettata e messa in rilievo dal Diels, sibi/ll. Blaettev, p. 104 sgg.
      (') Enn. apd Varr. d. I. L. V, 74.
      (2) Plin. NH. XXXV, 157 * praeterea elaboratali! liane arteni Italiac et maxime Etruriae, Vulcani Vcis accitnm cui locaret Tarquinius Priscus lovis effi-giem Capitolio dicandam, fictilcm euni fuisse et ideo miuiari solitimi, fictiles in fastigio templi eius quadrigas, de quibus saepe diximus, ab ho ceodem factum Iferculem qui hodieque materiae nomen in urbe retinet „. L'Ercole fittile fatto da Vulca si spiega forse con il mito di Ercole e Caco, il Vulcano del Palatino. Come ripeteremo, Vulca è autore della statua di Vulcano come Mamurio Veturio, il fabbro che aveva fatto gli ancili era Mamers Veturins, ossia Marte, rappresentato fabbro delle proprie armi come Vulcano. Sul culto primitivo di Vulcano nel Campidoglio v. oltre nel capitolo seguente.
      (') Far. Piot. fr. 12 P.
      (4) V. ad es. Liv. V, 50, 4. Rimando alla discussione speciale che fo di ciò nel cap. VI.
      C) Il Capitolino, al pari dell'Aventino, manca al piti antico Settimonzio (Fest. s. v. p. 330; 348 M; cfr. Pacl. ep. Fest. 341 M), quanto nelle tribù ur-


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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