Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAI». III. - I SETTE HE DI ROMA.
      Il pittore che disegnava queste figure, non prima degli anni in cui Roma era impegnata in quelle guerre contro Vulcì e le varie città etnische, che a costei stavano per diventare soggette, volle forse rappresentare le gesta tradizionali dogli eroi di Vulcì contro Roma ed altre città nemiche. Anzi a primo aspetto si direbbe che egli volle fare un dipinto storico; la circostanza che la parete dove queste figure sono rappresentate incomincia con la scena di Celio Vibenna liberato da Mastarna e termina con quella di Gn. Tarquinio ucciso da Camitrnas, fa naturalmente pensare che mirasse a rappresentare fatti sincroni. Bisogna però stare in guardia anche verso questo dipinto, e non partire dalla supposizione accolta in generale da coloro che lo hanno fatto oggetto di accurato esame, ossia che esso, al pari delle tradizioni note all'imperatore Claudio, valga molto più delle romane. Sappiamo che l'annalistica etnisca non fu molto più antica, se pure fu più antica, della latina. (l) Gli autori letti dall'erudito imperatore non potevano in ogni caso attingere a tradizioni più vetuste di quelle dalle quali traevano le loro notizie i più antichi e diligenti scrittori latini. 11 dipinto non è opera arcaica, tanto meno un monumento sincrono o poco lontano dal tempo in cui era ancor viva l'eco delle gesta che ricorda. La pittura vulciente appartiene forse al secolo III, e non ò escluso che vada riferita al seguente. (') Nella ipotesi più favorevole, rappresenta una delle tante versioni di fatti rimasti celebri, di cui si era serbato un lontano ricordo. Dopo due o più secoli, in tempi in cui gli avvenimenti notevoli non erano stati serbati per mezzo della scrittura o tutto al più erano stati ricordati nelle linee fondamentali negli annali sacerdotali, è naturale che essi venissero presto trasformati; e tanto più lo furono, se meritarono l'onore di essere celebrati dalla viva voce dei cantori. Sarebbe ben ingenuo quel critico, il quale, di fronte alla molteplicità delle versioni romane che attribuivano Celio Vibenna all'età di Romolo, di Tarquinio o di altri re, credesse
      (') Mukller, die Etniskcr, ed. Deecke, II, p. 298.
      (') Lo stile delle pitture vulcienti appartiene ad un periodo molto progredito, e, come pensa anche il mio amico e collega Gh. Ghirardini, appartengono a quel periodo dell'arte etnisca che manifesta l'efficacia alessandrina.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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