Storia di Roma di Ettore Pais

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      IL CARATTERE DIVINO DI TANAQUILLA, OSSIA DI GAIA CECILIA. 329
      affine a Vesta. Essa era venerata nel tempio di Sanco o di Dius Fidius perchè di questo dio era la sposa. (l) 11 nome di Caecilia va messo in relazione con quello di Caecnlns, figlio di Vulcano, il dio di Pre-neste, la cui nascita era del tutto simile a quella di Servio e di Romolo, (-) dal quale si credevano discesi i Caccili di Roma. (a) Dall'altro canto è evidente che Caecilia è la dea che rappresenta il focolare pubblico della comunità o quartiere del Quirinale, come Caca, la sorella di Caco, era la Vesta dell'antichissimo comune del Palatino. (4) Quali motivi abbiano favorito la fusione di Gaia Cecilia con Tanaquilla diremo fra poco; come sia stata trasformata con la Fortuna Virgo si spiega tenendo conto del fatto che l una e l'altra erano le divinità muliebri protettrici della pudicizia. (6) Può anche ammettersi che a ciò abbia contribuito una di quelle etimologie, che hanno fatto nascere tante analoghe leggende: Caeculus veniva messo in relazione con i Caecili e con Caecus. (6) Con Caecilia pertanto potò essere messa in rapporto anche la Fortuna, che già da Pacuvio era detta Caeca. (7) Gaia Cecilia e Tanaquilla non paiono del resto essere state solo fuse con il culto della Fortuna Virgo nel foro Boario e sul colle Velia, ma anche con quello di Venus Calva. Ci è detto infatti che Anco Marcio avrebbe innalzato una statua in onore di sua moglie, la quale era rappresentata calva,
      (') La statua di Gaia Cecilia stava nel tempio di Dio Fidio, come lineila di Ifigenia, ipostasi di Artemide, si trovava appunto nel tempio di Artemide ad Egira; v. Pausania. VII, 26, 5, il quale da ciò ricavava che il tempio in origine era sacro ad Ifigenia. Su Artemide Ifigenia ad Ermione, v. ib. II, 35, I.
      (*) Cat. et Varr. apd Schol. Verg. ad Aen. VII, 681. Libr. Praen. apd Sol. II, 9, p. 33 M. Vero. Aen. VII, 681 et Serv. ad l. Marc. Cap. VI, 642.
      (3) Paul. ep. Fest. p. 44, s. v. Caeculus.
      O Serv. ad Aen. Vili, 190, Mgthogr. Vatie. 2. p. 128, 247 Bode.
      (s) Sulla Fortuna identificata con la Pudicizia, v. Fest. p. 242 s. v. I'udicitiae siguum; cfr. Preller-Jordan, roem. Mgthologie, II. p. 182.
      O Serv. ad Aen. VII, 681.
      (:) Pacuv. v. 366 apd Ribbeck, scen. liom. poes. fragni. I1, p. 124, v. 366 sqq. " Fórtunam in san ani esse et caecam et briitam perhibent plrilosophi... Caécam... quia nil cérnat, quo sese adplicet „; cfr. Ovid. fast. VI, 576, che parlando appunto dell'amore della Fortuna per Servio dice: " caecaque in hoc uno non fuit illa viro „.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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