Storia di Roma di Ettore Pais

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      TARQUINIO PRISCO E LE ANTICHE TRIBÙ.
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      scito, impedito dalla volontà divina manifestatasi con i prodigi dell'augure Atto Xavio, a proposito del quale si ricordavano varie storie meravigliose. Anche in questo caso la tradizione è d'origine assai tarda, e qui, più che mai, è chiara l'efficacia sacerdotale, la quale tentò modificare dati e notizie originariamente uniche a line di moltiplicare i re. La tradizione più diffusa dichiara che Tarquinio non introdusse nessuna innovazione; rimasero i nomi dei Raiunenses (da Romolo), dei Titientes (da Tito Tazio) e dei Lucereses, che secondo alcuni si sarebbero chiamati da Lucumone, vale a dire, come abbiamo già osservato, dallo stesso Tarquinio. Ma è chiaro che la versione secondo cui Lucumone e Lucio Tarquinio erano una sola persona afferma che il Prisco riesci nel suo intento, chiamando da se la tribù «lei Luceres o Lucomedi. Anche su queste punto vi erano adunque due versioni opposte. La divisione delle tribù in u iunio-nes „ ed in K seniores, „ anziché con una posteriore riforma, si ri connette con una naturale distinzione suggerita dall'indole e dalla vigoria di coloro che, appartenendo ad una medesima tribù, erano più o meno atti a servire a cavallo; e perciò anche gli Iguvini ci appaiono divisi in decurie ed in duplici pompedie di priori e posteriori. (l) Nelle versioni relative a Tarquinio si accenna ad un aumento di cavalli ed una riforma della cavalleria; ma tale riforma fa pensare alle vittorie ottenute da Tulio Ostilio mediante l'aumento che costui fece dei cavalieri con le dieci nuove turine forniate con i vinti Albani. (•) Tale aumento, come in generale le notizie a noi giunte sulla istituzione della cavalleria romana nell'età regia, presuppone l'imitazione degli ordinamenti della cavalleria greca. Quello stesso autore che ci porge la più importante notizia su questo argomento non sapeva esimersi dal far menzione di Sparta, di cui Taranto era colonia, e del culto greco di Castore e Polluce, che con
      (') V. 77(b. igni. apd Bukcheler, Umbrica, p. 140.
      (l) Liv. I. 30. 3. Questa connessione delle turine dei cavalieri con la troiana Alba fa naturalmente pensare al noto ludo equestre, detto Troia, ed alle turine di iuniores e seniores che avevano parte in esso. Plut. Cat. Min. 3. Sukt. Caes. 39 sq.; cfr. Dion. Hal. VII, 72.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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