Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. 111. - I SETTE RE DI ROMA.
      clusione conduce anche il significato di altri dati della leggenda degli Grazi e dei Curiazi. L'incertezza degli antichi, quale delle due genti fosse la romana e quale l'albana, (') traeva origine anche dal fatto che Orazi e Curiazi erano in realtà in tempi storici nomi di famiglie romane; ma la ragione principale va probabilmente cercata nella disposizione e nell'interpretazione dei monumenti che si dicevano sepolture di codesti eroi. (•) Fuori della porta Capena, per la quale la tradizione accolta da Livio asseriva fosse rientrato l'uccisore della sorella, (*) al di là del fiume Almo (l'Acquataccio), si ricordava ancora in tarda età il sacro campo degli Orazi. (4) Forse in codesta regione, come è stato pensato, si trovava originariamente il terreno della antichissima gens Iloratia, che dette il nome ad una delle sedici più vetuste tribù rurali. (s) Siamo in presenza di vari dati d'indole topografica, ed un altro elemento di questo stesso genere, unito ad un sacro culto trasformato da racconti tolti a greche leggende, dettero pur vita alla narrazione dell'uccisione di Orazia.
      Da Dionisio infatti noi apprendiamo che in quel punto dellaSicani pure Latini (v. Plin. NH. Ili, 6&) come Romulus a Romanus. D'altra parte Siculus è il ben noto cognome dei Cloelì, che si vantavano d'origine albana v. s. p. 293, n. 7. Se questo sospetto cogliesse nel giusto, sarebbe difficile differenziare il Sicinio, avo dei trigemini, dallo stesso duce al bailo, che avrebbe dato origine alle fosse Cluilic. Gaius Cluilius duce Albano, da cui avrebbero avuto nome le fosse (Dionisio lo chiama semplicemente KXoufÀ'.og), non è forse diverso dal Tutor Cloelius dell'Auer. <ì. pracn. 1.
      (*) Sulla località detta 'I>Y,axoi, posta fra il quinto e sesto miglio di Roma e sulla cerimonia dcll'Ambarvalia v. Straij. v. p. 230 C. Intorno alle Ambar-valia, al lucus della dea Dia, posto pure a cinque miglia da Roma, v. anche il voi. di complemento al presente.
      (a) Liv, 1, 25: " sepulcra extant, quo quisque loco cccidit, duo Romana uno loco proprius Albani, tria Albana Romani versus, sed distantia locis, ut et pu-gnatum est K chiaro che l'incertezza derivava dal modo di interpretare la disposizione dei monumenti in rapporto alla versione che si accettava sul come fosse accaduto il duello. II Canina, come è noto, tentò identificare i sepolcri. Disgraziatamente, a parte tale identificazione, noi ignoriamo se questo fratto appartenga alla redazione più antica della leggenda.
      (') Liv. 1, 26, 2.
      (4) Ma ut. ep. Ili, 47, 3.
      (5) Questa è l'opinione del Gilbert, op. cit. II, p. 52, n. 1, che mi guardo bene ili seguire nel rimanente.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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