Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. III. - I SETTE IiE DI ROMA.
      seguito da Varrone, reputava che ciò fosse falsoe che le vergini rapite fossero proprio cinquecento ventisette. (l) Ma se rispetto alle istituzioni pubbliche e religioso pareva logico pensare a priori che dovessero la loro origine a chi era reputato fondatore dello stato, era altrettanto naturale supporre quali fossero stati i popoli i quali avrebbero per i primi sperimentate le armi di Romolo. Antemne, Cenina, Crustumerio, Medullia erano le vicinissime borgate di cui ora sopravvissuto il nome; ed alle porte, per così dire, di Roma erano i Fidenati che chiudevano il passo verso i vicini Sabini e i Yeienti signori della sponda opposta del Tevere. Se pertanto noi leggiamo che gli Antemnati, i Ceninensi e le altre città circonvicine, di cui nelle narrazioni superstiti ci è giunto il nome, per primi sostennero l'uso delle armi del nuovo popolo, dobbiamo ben guardarci dal credere che questi racconti contengano un nucleo storico da riferirsi a quella età per la quale i Romani non erano in grado di conoscere e narrare fatti storici di sorta. Se i Greci dell'Italia meridionale e della Sicilia, come abbiamo già fatto valere, non erano in grado di raccontare le proprie vicende prima della metà del secolo VI, o tutto al più prima della fine del secolo VII, tanto meno è ammissibile che i Romani avessero modo di conoscere la storia della loro Città
      (') Sul numero delle donne rapite, v. Dio*. Hal. II, 47. Plut. ltom. 14. Secondo re Icba apd Plut. ib., d'accordo con una delle fonti di Dionisio, II, 30, le rapite erano 683. 11 numero 30, dato anche da Serv. ad Aen. Vili, 638, ha anche Livio, I, 13, 0, dove dice: " cum popitlum in curias triginta divideret, nomina earum curiis imposuit , ma egli aggiunge u id non traditur, cum haud dnbie aliquanto numerus maior hoc mulierum fnerit, aetate an dignitatibus suis virorumve an sorte lectae sint, quae nomina curiis darent B. I numeri di 527 o di 683, secondo ogni probabilità, rappresentano le varie pretese di quelle genti che si vantarono giunte a Iloma al tempo di Tito Tazio, cfr. Dion. Hal. II, 46. Suet. Tib. 1. Tali numeri hanno il medesimo valore di quello dei 164 senatori conscritti da Valerio Poblicola, Fest. s. v. qui patres cet. p. 254 sq.
      Sul nome Rapta, v. Fest. p. 174 M s. v. novae curiae; su quello di Titia Fest. p. 366 s. v. il quale dice che la tribù dei Tizienzi e la curia Tizia sarebbero state dette cosi dal re Tito Tazio. A favorire la leggenda elio Romolo impose alle trenta curie il nome delle rapite dovette contribuire il fatto che queste avevano a protettrici divinità di egual nome, cui si rendevano sacrifici. V. quanto dico su Acca Larenzia nel volume di complemento al presente.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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