Storia di Roma di Ettore Pais

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      LE ISTITUZIONI DI SERVIO TULLIO.
      ideato e messo in opera la grande costituzione timocratica, di cui a suo tempo discorreremo, che è appunto nota sotto il nome di questo re, nella quale i cittadini erano divisi per centurie, per classi ed armati a seconda del censo e della classe. In intimo rapporto a ciò sta pure la notizia che egli avrebbe fatto il censimento ed il lustro. Questo primo censimento, lo asseriva Fabio Pittore, il più antico annalista romano, avrebbe mostrato come 80 mila erano i cittadini atti a portare le armi. (') Si aggiunge però che ad accrescere il numero dei cittadini Servio si sarebbe valso del mezzo già escogitato da Romolo e dagli altri re, ossia di accogliere benevolmente e senza difficoltà i forestieri. I nomi di coloro che nascevano e venivano inscritti nella milizia, ovvero morivano, dovevano secondo il caso essere notati nei templi di Lucina, di Libitinia o della Gioventù.(*) Ma non solo il popolo in classi e centurie; Servio, secondo la tradizione letteraria, avrebbe diviso la cittadinanza in tribù. Le quattro tribù urbane con i nomi di Palatina, Esquilina, Collina, Suburrana, sarebbero state opera sua, ed egli avrebbe pure
      (') Far. Pict. apd Liv. I, 44. Sul censo di Servio, che si sarebbe dovuto fare * quinto quoque anno r v. Ckns. (/. d. v. 18, 13. Con le indicazioni sul censo andavano unite quelle delle monete battute per la prima volta da Servio. Plinio, XII. XXXIII, 33, in un passo dove forse dipende da Vairone dice: " Ser-vius rex primns signavit aes. antea rudi usos Romae Timaeus tradit „. In un passo di Carisio, I, p. 105 Iv fr. 1 Peter p. 236, si legge: " Numinum argen-teum fiatimi primuui a Servio Tullio dicunt „. Plinio però, /. c., mostra di sapere assai bene che le monete di argento non furono battute a Roma prima del 48ó = 269 a. C. Se il passo deriva da Vairone non v'è contraddizione, dacché Varrone nel testo riportato da Carisio anziché confermare, poteva confutare l'opinione di quelli che le monete d'argento attribuivano a Servio. Nell'indice pliniano Timeo è citato: "Timaeo historico qui de medicina metallica scripsit, r cfr. ind. 1. XXXIV. Queste parole hanno dato luogo a varie spiegazioni e congetture, v. IIiksciifeld. nei S'dznngsberichte dell'Accademia di Berlino, 1894, p. 6. Io non so se si possa dare una spiegazione plausibile dell'indicazione (cfr. ind. XXXV * Apione grammatico qui de metallica medicina scripsit „) se vi sia errore nell'indice o no, se vi sia sbaglio in Plinio o nei suoi testi. Ali limito solo a notare che nulla vieta pensare che Timeo abbia favoleggiato sulle monete di Servio e che alla sua volta fosse seguito anche in questo caso da Varrone. Secondo un'altra versione nota a Svetonio apd Suid. s. v. àaaipta (cfr. Suet. rei. Reiff. p. 321) le prime monete di rame e ferro avrebbe fatte Numa.
      (*) Calp. Pis. apd Dion. Hal. IV, 15.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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