Storia di Roma di Ettore Pais

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      IL RATTO DELLE SAIìIXE. GLI ANTEMNATI, I CENINENSI.
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      dato il proprio nome; ed a queste sarebbero accorsi i vicini abitatori di Genina, di Antonine, e di Crusturnerio, inoltre le limitrofe genti Sabine. Ad un dato segno di Romolo le fanciulle degli ospiti vengono rapite: fra esse Ersilia, che diviene moglie del re romano, e quella giovanotta recata sposa a quel Talassio il cui nome d'allora in poi si costumò invocare nella occasione delle nozze. (')
      I Ceninensi, i Crustuinini e gli Antelunati non tardarono a cercare soddisfazione di così grave offesa ; ma invano, poiché sarebbero stati vinti. Lo stesso Acrone re dei Ceninensi sarebbe caduto sotto la mano di Romolo, che con le spoglie opime di lui avrebbe dato origine al culto di Giove Feretrio sul Campidoglio. Gli abitatori di queste tre città sarebbero stati in parte trasportati a Roma; le città stesse sarebbero diventate le prime colonie romane. (f) Alla soggezione di esse avrebbe tenuto dietro lo spontaneo riconoscimento della potenza romana da parte di altre genti, ad es. dagli abitatori di Medullia.
      IVIa ecco sopraggiungere nembo più grave di guerra. Tito Tazio, il vecchio re dei Sabini, partitosi da Cure, capitale del suo impero, muove alle porte di Roma. Invano Romolo provvede a fortificare
      (') Del ratto, del quale si trova così frequente ricordo nella letteratura latina, faceva di già menzione Ennio apd Fiist. p. 325 Ms. v. Sas. : " Virgines nani sibi quisque domi Romauus liabet sas r ; cfr. Paul. ep. Fest. ,>. 35, s. v. bellicrepam cet. Dove parlava del ratto e degli Antelunati Catone apd Prisc. VI, p. 264 H = fr. 21 P, asseriva forse che " Antemna etiara veterior est quam Roma r. Del cidto di Giove Feretrio in questa occasione parlava di già Ennio apd Serv. ad Gcory. II, 384.
      (?) Dionisio, II, 35, dice che furono tremila i Ceninensi e gli Antelunati che vennero inscritti nelle curie romane e che l'esercito di Romolo da tremila crebbe a seimila. Egli parla inoltre di queste città fatte ànoiv.ix'.. Livio, I, 11, che, coinè sempre, seguendo le medesime fonti dell'età sillana accorcia la narrazione nota solo che u plures inventi qui propter nbertateni terrae in Crustuminuin nomina darent r ed aggiunge che sopratutto i parenti delle rapite immigrarono a Roma. Non è necessario spendere molte parole per notare il* carattere pseudo prammatico di queste informazioni, con cui si volevano spiegare i numeri costitutivi ed i successivi aumenti dell'esercito e l'istituzione delle colonie. Basterà osservare che la duplicazione da tremila soldati romani in sei mila da altre versioni (Plut. Ito»). 20) era circondata dopo l'unione dei Sabini di Tito Tazio con i Romani.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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