Storia di Roma di Ettore Pais

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      SIGNIFICATO POLITICO DELLA LEGGENDA DI ROMOLO E REMO. 215
      A questa ragione però pare che altre se ne debbano aggiungere. È costante tradizione romana che i gemelli avrebbero occupati due colli distinti, l'Aventino ed il Palatino; e questo tratto del mito va ricollegato anche con i racconti che Faustolo facevano pastore nel Palatino, nell'Aventino il fratello Faustino, ovvero che Caco ed Evandro col legavano ora con l'una ora con l'altra di codeste alture. (l) Perchè si sia pensato al Palatino è ovvio. Quivi infatti si asseriva fosse esistita la più antica città quadrata; ma non si comprende a primo aspetto perchè in luogo dell'Aventino non si sia, ad esempio, pensato al Quirinale, che al pari del Palatino era sede di culti antichissimi. Quivi invece, secondo la concorde tradizione, si sarebbero accampati i Sabini venuti con Tito Tazio. La menzione dell'Aventino appare strana anche per ciò, che esso non fece mai parte della vera città e non fu incluso nel pomerio anche da coloro che come Siila e Giulio Cesare ne spinsero oltre i confini. (') IlRemo discutono circa il fondare una città " in quo ipsi pariter regnarent „. Una conferma ulteriore a questa tesi spero di darla oltre a proposito della leggenda di Tito Tazio. !1 punto di contatto fra la leggenda dei Gemelli ed il consolato tu intuito anche dui Machiavelli nei discorsi sulla prima decade. Ma, (come era naturale si facesse all'età sua e non si debba invece nella nostra) essendo egli partito dal concetto che la leggenda di Romolo e Remo erano storia, non giunse alle giuste conseguenze.
      (*) La tradizione comune colloca Romolo sul Palatino, Remo sull'Aventino, v. ad es. Val. Mkss. apd Gkll. XA. XIII, 14, 5. Liv. I, 6, 4. Dion. Hal. 1, SG. 0vii), fast. IV, v. 815; cfr. V, 151. Propbrt. V, 0, 43. Flor. I, 1, 6. Sen. de brer. vitae 13, 8. Sbrv. ad Aen. VI, v. 779. Orig. gent. liom. 23. In opposizione ad essa Ennio apd. Cic. de div. 1, 107, cfr. apd Sbrv. ad Aen. Ili, 46, asseriva che Romolo scelse l'Aventino e che di lì gettò la lancia sul Palatino, la quale, messe fronde, diventò albero.
      Su Faustolo nel Palatino, Faustino nell'Aventino v. Dion. Hal. I, 84. Anche Caco, che secondo la versione accolta da Dionisio, I, 39. Ovid. fast. I, 551. Sol. 1, 8, p. 4 M. Orig. geni. Jìom. 6, 5; (cfr. Macrob. Ili, 6, 10) stava alle falde dell'Aventino, secondo altre tradizioni, registrate da Diod. IX, 21. Fbst. s. v. Romani p. 269 (sulla fede dell'autore della storia Cumana) cfr. Sol. I, 18, p. 5 M, avrebbe avuto le sue sedi al Palatino. E quindi naturale che vi fossero tradizioni che non il Palatino, ma l'Aventino assegnavano ad Evandro, Dion. ILvl. I, 32.
      (*) Valekio Mkssalla apd Gell. XA. XIII, 14, 5 diceva che l'Aventino era stato escluso dal pomerio per varie ragioni, sopratutto perchè gli uccelli qui


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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