Storia di Roma di Ettore Pais

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      1(204 CAP. II. - LE FONDAZIONI DI LAVIKIO, ALBA. ROMA.
      pretese degli Emili, si potrebbe forse mettere in relazione con la circostanza, che il ramo più illustre della patricia famiglia degli Aemilii aveva il nome di Mamerco ed assunse poi il cognome di Mamercinus, (') ossia il nome stesso di Marte. Con questo fatto pare si colleghi anche la tradizione che Romolo faceva figlio di Marte e di Aemilia figlia di Enea e di Lavinia. (?) Va pure osservato che gli Emili Mamercini per il loro contegno meritarono talora di essere messi a fianco degli Appi Claudi. L'indole altiera e sprezzante dei Claudi fece sì che questa gente patricia. sebbene assai favorevole allo sviluppo civile di Roma, venne rappresentata quale tirannica e superba. (s) Gli Emili Mamercini ci vengono dipinti come nemici dello stesso patriciato e fra essi, proprio nella seconda metà del secolo IV, in cui cominciò a formarsi la nostra leggenda, non mancò chi fosse dotato di carattere fiero e di tendenze demagogiche. (4) Ed è un naturale fenomeno anche nella storia ro-
      razionalisti dell'età posteriore meno credula (come esempio Livio, J, 4, 2, cfr. jtraef. I, 7) lasciano naturalmente in dubbio questo punto.
      (') Gli Einili credevano discendere da Mamerco figlio di Pitagora, Plut. Xum. S; P. Aem. 1. Un Mamercus Aemilius figura di già nel 438 a. C. come tribnnus militimi consiliari potestate, Liv. IV, 16. e più tardi il cognome Mamercinus, come il prenome Mamercus ricompare più volte in tale gente.
      (*) Plut. Itom. 2, 6.
      (3) Sui Glandi v. la bella memoria del Mommsen nelle roem. Forschwujen, I, p. 285 sgg.
      (*) Lasciamo da parte quell'Emilio oratore favorevole alla legge agraria nel 470 a. C., Dion. Hal. IX, 51 ; 59. Liv. III, 1 ed anche quel Mamercus Aemilius, che si diceva conquistatore di Fidene, uomo di carattere assai energico, che avrebbe scemato l'autorità dei censori, riducendo la loro attività da 5 anni a soli 18 mesi, e che sarebbe stato punito con l'essere rimosso dalla tribù e fatto erario. Egli avrebbe saputo sopportare nobilmente l'ignominia, v. Liv. IV. 16 sqq.. (a. 433 a. C.) Questi fatti sono in gran parte sospetti e paiono anticipazioni di ciò che fece il console del 339 a. C.
      Una figura energica e storica è quella di L. Emilio Maineremo che conquistò Priverno e che senza scrupoli e riguardi fece la leva dell'a. 329 a. C. Liv. VIII, 20. Degno di maggior riguardo per noi è quel T. Emilio Marneremo, console nel 339 a. C.. che contro la volontà del senato voleva trionfare e che non soddisfatto " seditiosis tribunatibus similem deinde consulatum gessit P e che favorì il suo collega plebeo Publilio Filone, da lui nominato dittatore, il quale potè promulgare le famose leggi di carattere democratico, Liv. Vili, 12.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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