Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. II. - LE FONDAZIONI DI LAVIKIO, ALBA. ROMA.
      costituì un proprio regno, clic finisce però per diventare insieme a Lavinio retaggio di un solo principe. (') Xon mancarono scrittori, i quali riconoscessero che le città dei Prisci Latini non avevano nulla di comune con Alba Longa. (-) A questo stesso risultato conduce l'esame di varie leggende relative alla fondazione di tali città, alle quali si attribuivano origini diverse da quelle di Alba e della futura padrona del Lazio. Cosi Politorio veniva considerata fondazione di Polite, compagno di Ulisse, Gabì, Aricia e Crustumerio erano fondazioni dei Siculi, Labico di Glauco figlio di Minosse, Pre-neste, di un tìglio di Ulisse ovvero di Ceculo, figlio di Vulcano. (3) Mancano d'altra parte argomenti sicuri, i quali dimostrino esser vero che le Ferie Latine sul monte Albano furono istituite in età antichissima; (4) vediamo invece come i Latini nell'età più antica, anziché ad Alba, solessero convenire nell'Afrodisio di Lavinio, (5) nel bosco di Diana presso Aricia, (°) ovvero presso alla sacra sorgente della dea Ferentina, alle radici dei monti Albani. (7) Pare anzi si
      (l) Cat. apd Skrv. ad Aen. VI, 760.
      {•) Strabone, V, p. 229 C, dopo aver detto che anticamente le città che circondavano Roma erano xù»jia'. . . . où&svi xoivù> 90X0) xsxxv^iva, e dopo aver narrato la storia di Enea, del re albano Amulio, di Romolo e di Remo e la fondazione delle città osserva: ci y*? ovtsg $xouv xaft* aùxoòs aovx-xovts; reto; xol; xstyeot xrjg xxi^ojiivKjgXstog, cidi xoig 'AXpavcìg rcxvy ^pooi'/ovxs; e ricorda quindi Collazia, Antonine, Fidene, Labici e le altre antiche città vicine.
      (*) V. s. p. 195. n. 1.
      (4) Dal passo di Macrobio, I, 1G, 16 u Nani cimi Latiar.... concipitur ... nefas est praelium sumere: quia nec Latinorum tempore, quo publice quondam indutiae inter popuhim Roman 11111 Latinosque firmatae snnt, inchoari bel-lum decebat, etc. „ non si giunge ad un preciso risultato cronologico rispetto all'origine del rito.
      (s) Strab. V, p. 232 C, v. s. p. 173.
      O Cat. apd Prisc. IV, p. 129 H; VII, 16,20 p. 337 II * lucnm Dianium in memore Aricino Egerius Laevius Tusculanns dedicavi!, dictator Latinus. hi populi communiter: Tusculanns, Aricinus, Lannvinus, Lanrens, Coranus, Ti-burtis, Pometinus, Ardeatis Kutnlus „.
      (J) Il bosco e la sorgente della dea Ferentina (cfr. llerentatis = Venere) è ricordato come luogo di riunione dei Latini al tempo di Tulio Ostilio, Diox. Hal. Ili, 34. di Tarquinio Prisco ti». 51, di Tarquinio il Superbo, Liv. 1, 50, 1, Dion. Hal. IV. 45, per il tempo di Coriolano, a. 491 (duplicazione, come vedremo, del


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




Lavinio Xon Prisci Latini Alba Longa Alba Lazio Politorio Polite Ulisse Gabì Aricia Crustumerio Siculi Labico Glauco Minosse Pre-neste Ulisse Ceculo Vulcano Mancano Ferie Latine Albano Latini Alba Afrodisio Lavinio Diana Aricia Ferentina Albani Cat Skrv Aen Strabone Roma Enea Amulio Romolo Remo Kjg Xstog AXpavcìg Collazia Antonine Fidene Labici Macrobio Nani Latiar Latinorum Roman Latinosque Strab Cat Prisc Dianium Aricino Egerius Laevius Tusculanns Latinus Tusculanns Aricinus Lannvinus Lanrens Coranus Ti-burtis Pometinus Ardeatis Kutnlus Ferentina Venere Latini Tulio Ostilio Diox Tarquinio Prisco Tarquinio Superbo Liv Dion Coriolano Cosi Hal Ili Hal