Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. II. - LE FONDAZIONI DI LAVIKIO, ALBA. ROMA.
      tendo contro i Tirreni, cade nell'Albula, alla quale lasciò il nome di Tevere, non è in fondo che la duplicazione di Enea che, combattendo contro lo stesso popolo, cade nel Numicio. (*) Romolo Silvio, od Amulio Silvio, come è detto da altre fonti, (•') ucciso dal fulmine di Giove che voleva imitare, non solo è anticipazione della leggenda di Romolo oppressore di Alba Longa, (s) ma anche di quella di Tulio Ostilio, il distruttore di Alba, che perisce alla stessa maniera. (4)
      Gli stessi nomi e gli stessi elementi sono usati per tempi ed avvenimenti diversi, perciò Virgilio, Aen. Vili, 480, di Tino fa, un coetaneo di Enea, allo stesso modo che del re albano Aventino fa un figlio di Ercole »7>. VII, 055. Cfr. Yarr. apd Serv. ad Aen. VII, 657; Vili, 72, che lo dice un re degli Aborigeni. Egli sarebbe stato figlio di Ercole e di Hea, v. Vbrg. VII, 655.
      (') Tiberino sarebbe caduto nelle acque dell'Albula mentre combatteva contro i Tirreni, Diodoro, VII, 6, 10. Varr. d. I. /„. V, 30. Accennano genericamente alla sua caduta nel fiume durante una guerra contro i nemici ad es. Dion. Hal. I, 71, Orig. geni. liom. 13. Secondo Alessandro Polistore apd Serv. ad Aen. VIII, 330, ove sono registrate altre versioni, sarebbe caduto nell'Albula, mentre andava a caccia. Livio, I, 3, dice solo che cadde nel fiume.
      (?) Da tardi scrittori è detto Aremulus v. ad es. Eusbb. Can. p. 70. Schoene, Oros. I, 20, 5. Orig.geni. liom. 18. Tale forma, come ha veduto ad es. I'Holzapfel, rocm. Chronol. p. 263, n. 2, è sorta per effetto della mescolanza di Remulus e di Amulius. La forma 'AXÀwS-.og che si trova solo presso Dionisio, I, 71 è certo, come vide anche il Trierkr ne\V Hermes, XXIX (1894), p. 130, un errore dei manoscritti in luogo di *A]ióX'.C£.
      (') Cic. de leg. Il, 4, * oppressisse Albani Longam validam urbein et po-tentem temporibus illis Amuliumque regem interemisse fertnr „.
      (') Amulio Silvio o Koinulo Silvio, come Io chiamano Diodoro e Livio, è un tiranno che voleva imitare Giove con il produrre il tuono ed i fulmini, ed è perciò da costui fulminato e precipitato nel lago Albano, v. ad es. Diod. VII, 3. Dion. Hal. I, 71. Orig. geni. liom. 18, 2. Oros, 1,20, 5, cfr. Liv. I, 3, 9. Ora secondo alcune tradizioni anche Romolo è un tiranno (torse lo diceva tale di già Catone apd Ioan. Lyd. de mag. I. p. 125 Bk) e scompare davanti agli uomini dopo una tempesta in cui scoppiano fulmini, v. ad es. Dion. Hal. II, 56. Plut. liom. 26. App. de reg. fr. 2. Anche Tulio Hostilio, che, come vedremo, non è che una duplicazione di Romolo e che è presentato come re tirannico, è colpito dal fulmine che voleva attirare; la sua casa è distrutta come quella di Romolo Silvio, v. Calp. Pis. apd Plin. XII. II, 140, XXVIII, 14. Dion. Hal. III, 35; fine che è anzi somigliante a quello di Enea secondo l'autore dell 'orig. geni. liom. 14, 2 " ... copias produxisse (cioè Enea) circa Ninnici fluminis stagnimi: ubi quum acerrime dimicaretur subitis turbinibus infuscato aere, repente coelo tantum imbrium effusuir. tonitrubus etiam consecutis flammarnmque fulgoribus etc. ,

Storia di Roma Parte Prima di Ettore Pais Carlo Clausen 1898 pagine 629

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche

Tirreni Albula Tevere Enea Numicio Romolo Silvio Amulio Silvio Giove Romolo Alba Longa Tulio Ostilio Alba Virgilio Aen Tino Enea Aventino Ercole Serv Aen Vili Aborigeni Ercole Hea Tiberino Albula Tirreni Diodoro Orig Alessandro Polistore Serv Aen Albula Aremulus Oros Holzapfel Remulus Amulius Dionisio Trierkr V Hermes Cic Albani Longam Amuliumque Amulio Silvio Koinulo Silvio Diodoro Livio Giove Albano Romolo Catone Ioan Tulio Hostilio Romolo Romolo Silvio Plin Enea Enea Ninnici Vili Cfr Yarr Varr Dion Hal Livio Orig Diod Dion Hal Orig Oros Liv Lyd Dion Hal Plut App Calp Dion Hal