Storia di Roma di Ettore Pais

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      1(187 CAP. II. - LE FONDAZIONI DI LAVIKIO, ALBA. ROMA.
      troviamo del pari in Sicilia non meno che nel Lazio ; ma mentre in questa isola la seconda forma si fuse con l'anteriore, fra i Romani la leggenda delle navi venne addirittura sopraffatta e distrutta dall'altra. Il mito dell'arrivo di Enea fra gli Elimi, pare posteriore a quello dell'arrivo della troiana Esione, che dal fiume Crimiso fu resa madre di Aceste, di Erice e di Entello, gli eponimi delle tre città eliine. Quello dell'arrivo di Enea nell'età romana fu poi inserito e connesso con l'altro prima indicato. Occorre del resto essere cauti e non credere che sia di età antica tutto ciò che ci è pervenuto intorno alle leggende di Enea in Sicilia. Varie circostanze, ossia l'arrivo dei Campani e la dominazione romana, hanno infatti contribuito a dare loro un posteriore sviluppo.
      Sino dal 410 a. C. noi vediamo mercenari Campani a Segesta e nel 404 li troviamo ad Entella.(') Buona parte della Sicilia occidentale, ad es. Entella, venne man ninno in potere di costoro, i quali erano per così dire signori dell'isola ai tempi di Timoleonte e poi ili Agatocle. (*) In tale età i Campani avevano ereditato dai Calcidici di Cuma il mito di Enea, che anche fra essi finì per diventare nazionale. La dominazione romana da parte sua contribuì a favorire tali credenze. Per le stesse ragioni per le quali dopo le sconfitte del Ticino, della Trebbia, del Trasimeno (alla vigilia di una insurrezione da parte dei Siciliani, che spiavano l'andamento della guerra contro Annibale por scuotere il giogo) i Romani riconobbero come culto nazionale quello di Venere Ericina (217 a. C.), (3) molto tempo innanzi, nella stessa Sicilia, il celebre santuario di Afrodite di Erice
      (') Diod. XIII, 44; XIV, 9.
      (*) Basterà ricordare come nelle epistole platoniche, S, si esprima il lamento che a causa della protezione accordata da Dionisio I ai Campani nella Sicilia non vi si parlasse più greco, bensì osco. È nota la guerra di esterminio che Timoleonte volle fare ai Campani di Sicilia e infine come Agatocle si sia servito dei Mamertini v. ad es. Diod. XIV, 9; XV, 3; XVI, 82 e la biografia plutarchea di Timoleonte. Agatocle si valse di mercenari sanniti Diod. XX, 11 ed è del pari noto come dopo la morte di lui i Mamertini, di cui s'era pur valso come di mercenari. fecero da padroni nell'Isola, Diod. XXI, 1S. Polyb. I, 7. (3) Liv. XXII, 9, 10.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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