Storia di Roma di Ettore Pais

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      STES1C0R0 E LA LEGGENDA DI ENEA IN OCCIDENTE.
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      da quella che le assegnava come oicliista Telefo figlio di E racle. E questa più antica tradizione ebbe quivi origine dalla signoria che * nella Campania sino alla fine del secolo V esercitarono gli Etruschi, i quali di già allora erano reputati discendenti dei Lidi, affini ai limitrofi Misi, presso i quali Telefo era stato ben presto localizzato. (l) Mancano serie ragioni che ci autorizzino a dubitare della autenticità di alcuni dati indicati nella Tavola Iliaca, trovata fra le rovine del sacrario della gente Julia a Boville, dove, riferendosi YJliou persis secondo Stesicoro, si vede Enea che in compagnia di Anchise e di Ascanio monta sulla nave che dovrà accompagnarlo ai lidi dell'Esperia. Ma ò naturale ci domandiamo quale fosse il punto dell'Esperia a cui accennava il poeta d'Imera. Si suole dare, ed a ragione, importanza al fatto che nella tavola Iliaca dietro di Enea è figurato il trombettiere Miseno. Ora dacché la tromba di guerra era considerata come una invenzione degli Etruschi, (*) i quali al tempo di Stesicoro occupavano appunto le coste della Campania sino al Silaro, non v'è ragione di vedere in questo Mi-seno altra cosa che non sia l'eponimo del noto capo presso Clima. Stesicoro parrebbe pertanto aver assegnato origine troiana ai Tirreni. Come i Troiani, secondo il mito, avevano combattuto in Oriente contro gli eroi achei, così in Occidente i Tirreni cacciavano in realtà dalle sponde della Campania i coloni greci e li molestavano sino allo Stretto. Le relazioni con i Tirreni erano ora ostili, ora ami-
      (!) Intorno a Telefo, capostipite della gente etnisca v. Lvcophk. (—Tini.) 1242 srjq. et Schol. ad 1. Dion. Hal. I. 28. È appena necessario ricordare come già Erodoto avesse riferito l'origine Lida dei Tirreni. Intorno alla parentela fra Misi e Lidi cfr. Ed. Meyek, Gcschichlc d. Alterthums, II, § 250.
      (2) Di questa e delle analoghe questioni si è occupato con cura il Caukr, de fabnlis Graccis ad liomam conditavi pertinentibiis (Berolini, 18S4). Molto spesso però credo di dovermi allontanare da lui.
      (3) V. ad es. Schol. Enrip. Phoen. v. 1377. Verg. Aen. Vili, 526. Hygin. fab. 274. Schol. Stab. Tlicb. IV, p. 173. Secondo notizie che non siamo in grado di ricondurre a nessun certo autore, Miseno è figlio di Eolo, Servio ad Aen. III. 239, e fu ucciso da Enea nel lago Averno ih. VI. 107. Però in quest'ultimo passo si dice che Ulisse fece lo stesso rispetto ad Elpenore. Anche da ciò si ricava come il mito di Enea sia spesso una duplicazione di quello di Ulisse.
      Pais, Storia di Roma. Voi. I. 11


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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