Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
      come i patrici Quinzi, clic alle lor donne non concedevano ornarsi con aurei monili. (') Gli Iunì erano celebri per la loro rigidità di carattere non meno dei Manli. (*) Allorquando il giovane romano, assistendo ai funerali del padre o di un'altra persona della sua gente, udiva raccontare la virtù e le gesta degli avi veniva da ciò spronato, come già notavano gli antichi, ad imitarne l'esempio. (3) Certi contegni, certe situazioni politiche erano ereditarie in famiglia, e come i Cassi si facevano un dovere di mostrarsi amanti della libertà popolare al pari dei Marcì, i Valeri del secolo III seguirono il contegno tenuto da quelli del IV. I Claudi, i Fabi, gli Emilì, i Semproni, i Livi, i Porci imitavano del pari gli esempi aviti; (4) e non è un fatto isolato che Bruto si credesse dai suoi natali designato a liberare Roma dalla tirannide. Ciò vale tanto rispetto al contegno morale quanto alle azioni militari. Per lo stesso principio per cui gli Ateniesi inviavano a fondare la colonia di Adria fra i Tirreni dell'Adriatico un discendente di quel Milziade, che circa due secoli innanzi aveva cacciato i Tirreni da Lemno, (&) i Romani di una medesima gente si assumevano l'incarico di combattere gli stessi nemici. Non è certo effetto del caso che i Galli della Cisalpina nel secolo III vengano superati da 1111 Furio, quelli della Galazia da un
      (') Plin. XIL XXXIII, 21.
      (*) Per tacer degli altri si pensi ad es. agli Iunì che si opposero all'abrogazione della legge Oppia nel 195, a quel Iunio Bruto che perduta la flotta a Camarina nel 249 a. C. si uccise, ed alla severità di D. Bruto Gallaico, il console del 138 a. C. sul quale v. Liv. ep. 55. Rispetto ai Manli sono caratteristiche la condotta di quello del tempo di Annibale, v. Liv. XXII, 00, cfr. XXIII, 7 e il noto fatto riferito da Cicerone, de fin. I. 24, 34, a proposito del console del 2G5 a. C., che fece uccidere il figlio, cfr. Val. .Max. V, 8, 3; cfr. anche Cic. de fin. II, 35 11G * lege laudationes Torquate non eornm qui snnt ab Hoinero
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      (a) Polve. VI, 5, 4.
      (4) Sui Cassi Cic. Phil. II, 11, 26; sulle monete loro v. RaeeloN, nionn. d. 1. rep. rom. I, p. 324 sgg. ; su quello dei Marcì, ben noti per i loro spiriti democratici, v. ib. II, p. 195.
      (4) V. la mia Storia d. Sicilia e d. M. Grecia, I, p. 472.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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