Storia di Roma di Ettore Pais

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      8gcapitolo i. - prolegomeni, fonti etc.
      le opinioni dei suoi predecessori fosse la giusta, e invita talvolta il suo lettore a pari rassegnazione. (') Livio non era un cultore di storia antica, un archeologo come si diceva allora, il quale sentisse attrattive per la ricerca delle più antiche vicende del popolo romano. Oratore, autore di opere reputate eloquentissime, Livio non aveva altro intendimento se non quello di comporre una bella narrazione delle gesta del popolo romano, la quale dal lato pratico fosse una glorificazione delle imprese militari e che, secondo il concetto anche romano dell'efficacia morale della storia, servisse di eccitamento ai moderni per ritemprarsi all'esempio delle virtù degli avi. Per raggiungere un tal fine Livio non doveva davvero fare dotte ricerche, e non pensò difatti a sottoporsi ad un tale disagio. Dobbiamo aggiungere che se Livio avesse voluto esercitare il suo ingegno e le naturali attitudini critiche nel fare un esame accurato delle varie tradizioni annalistiche in cui si imbatteva, non avrebbe potuto raggiungere il fine che si era proposto. Invece di scrivere un'ampia storia del popolo romano fino all'età augnstea, si sarebbe dovuto sof-
      (') Liv. IV, 22: " inter cetera vetustate cooperta hoc quoque in incerto posi-tum „ ; II, 21, * tanti errores implicant temporum aliter apud alios ordinatis ma-gistratibus ut nec qui consules secunduin quosdam noe quid quoque anno actum sit, iu tanta vetustate non rerum modo sed etiam auctorum digerere possisIV, 20, 8; VII, 6, 6 * cura non deesset si qua ad veruni via inquirentem ferret; nunc fama rerum standnm est; ubi certam derogat vetustas fidein B. Il che equivale alla bancarotta ristretto alla possibilità critica di sapere il vero, cfr. V, 21, 9, " sed in rebus tulli autiquis si quae similia veris sint pio veris accipiantur satis habeam Altrove ad es. VII, 42, Vili, 18, 2; IX, 28; IX, 16; IX, 44; X, 2; 6; 17 sq.; 30; 37, si limita a notare diverse tradizioni senza farne la critica e anche rispetto ad età pienamente storiche, ossia all'anno 204 a. C. dice XXIX, 14, 9: * meas opiniones coniectando rem vetustate obrutam non interponam „. Non è qui il luogo di fare un lungo elenco dei molti luoghi dei libri posteriori in cui Livio espone dubbi sull'autenticità delle varie tradizioni che riferisce, ad es. rispetto alla seconda guerra punica. Gioverà tuttavia ricordare che dovunque, ove la verità non gli si presenti subito a primo aspetto o sia occultata da falsificazioni (anche se di ciò abbia sospetto, come a proposito del processo degli Scipioni, XXXVIII, 56, 5) Livio evita deliberatamente di fare un'indagine che gli concedesse di attenersi a quella sola versione che gli doveva poi risultare vera. A Livio non mancava naturalmente l'attitudine critica, Io provano le stesse sue osservazioni qui sopra riferite; ma non voleva sempre esercitarla. Ciò rispetto alla prima decade era in fondo fuori del suo disegno.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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