Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
      Dopo tutto è però vero che nel complesso Diodoro segue una o più fonti mono recenti che non siano gli annalisti del primo secolo usufruiti generalmente da Livio e da Dionisio. E sebbene non si valga di un solo autore, ha avuto per la storia romana, come per tutte le altre parti dell'opera, il merito di compendiare quegli scrittori che erano giudicati più autorevoli. Riassumendo la storia romana più antica, che con poche parole aggiunge in calce agli avvenimenti degli stati greci che giudica importanti e che da lui sono narrati con maggiore ampiezza, non senza far uso di quando in quando di fonti greche, Diodoro si attiene generalmente agli storici latini. (') Non vi è ragione di dubitare della dichiarazione che egli fa di conoscere bene la lingua romana e di avere quindi avuto agio di compilare gli annalisti latini. Le parole con le quali indica queste sue fonti, senza escludere che si sia valso di diversi annalisti, fanno pensare agli stessi annali massimi, ossia a quell'opera che secondo i desideri e le dichiarazioni dei Romani, aveva valore canonico, e che perciò più d'ogni altra doveva essere consultata da uno
      è dato anche dal passo XVI, 45, a. 351, dove in due o tre righe accenna al f'oe-dus fatto dai Romani con i Sanniti, alle tregue con Preneste, alla uccisione dei duecentosessanta Tarquinesi ed a ciò fa seguire altre tre righe per dire che Leptine e Callippo liberano Reggio. Così procede rispetto alla storia romana e siciliana due anni prima XVI, 36. Sotto questo punto di vista dal Mommsen al Niese, per citare solo i critici di maggior peso, Diodoro è stato spesso giudicato poco esattamente. Ciò che si reputa carattere annalistico non è che miserabile sunto di Diodoro stesso.
      (') Clio rispetto alla storia di Cleonimo dell'anno 301 Diodoro segna fonti greche appare certo. Cfr. al cap. VIII. Così per la battaglia di Sentino cita Du-ride. Per la storia più antica cita Fabio, ed è ovvio supporre che accenni agli annali greci di questo autore, VII, 5, 4. Che poi Diodoro si sia valso di Timeo rispetto alla storia di Roma è in teoria pressoché necessario affermare, tenendo presente il largo uso che ne fece per la storia siceliota ed il parlare che Timeo faceva di Roma. In pratica però quando e dove ci sia tale dipendenza non è lecito stabilire. Può darsi che derivi da una fonte greca come romana il racconto di Pico e di Fauno. Diod. VI, 5 (si pensi aH'Euemero di Ennio che potò già localizzare a Roma tali favole). Vi sono invece ragioni per pensare che da Timeo (cfr. Wilamowitz apd Mommsen, roem. Forschumjen, lì, 268, n. 2) derivi il sincronismo fra la presa di Roma per opera dei Galli e l'assedio di Reggio fatto da Dionisio 337 a. C. Di ciò dirò a suo luogo.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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