Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
      Posidonio si faceva strumento delle analoghe pretese dei plebei Iunì. E in tal modo si giunse poi a creare una lunga lista di genti patricie dette minori, le quali si contentavano con falsa modestia di essere state nobilitate solo al tempo dei Tarquini o di Iunio Bruto anziché in quello di Romolo e Tito Tazio. (') Il nessun valore di codesti documenti, la falsità delle memorie romane, rispetto al tempo anteriore all'assedio gallico, venne rilevato da un cronografo romano di nome Clodio, ed é certo un grande danno che le notizie di cui noi siamo in possesso non ci mettano in grado di stabilire con tutta sicurezza se questi fosse o no quel Q. Claudio Quadrigario, il quale, per quello che sembra, o non parlava affatto degli avvenimenti anteriori all'invasione gallica o li toccava a modo di introduzione molto sommariamente. (-) Il fenomeno di uno scrittore il quale nonpiù antichi annalisti locali, assai spesso più per ragione di politica che di pura vanità. Per ragione di politica le famiglie della nobiltà tedesca residenti ad es. a Firenze mirano a collegarsi con Roma, (ad es. gli Uberti), e solo più tardi nel secolo XVI, come a Roma al tempo di Attico, si pensò a fare della ridicola erudizione genealogica a fine di vanità. Ed in tal modo sorsero scrittori come il Sansovino, il quale gli Orsini faceva derivare dai Greci, dai Goti dagli Umbri e persino dall'arcade Licaone. Ragioni di vanità familiare ebbero ad ogni modo in tutto ciò la loro parte; e come ad es. uno dei Rosselmino di Pisa per mezzo della falsificazione di un documento sostituì nel secolo XVI un suo pseudo antenato al Bertraminus, che nel secolo XII aveva preso parte alla guerra delle Baleari (v. Serafini, negli Studi stor. Pisa, II, p. 306) i Liciti! posero se in luogo degli Icili, v. oltre al cap. IV. Le laudazioni funebri e le genealogie romane, come apprendiamo da quelle degli Antoni, degli Iuli e degli Emill, v. al cap. s., dei Sulpici, Suet. Galb. 1, risalivano agli dei, alla stessa maniera che nel panegirico di Evagora, Isocrate rifaceva lo origini di costui a partire da Giove.
      La miglior prova del resto della efficacia delle falsificazioni genealogiche sul volgo, che stupiva " titulis et imaginibus „, e data dalla descrizione dei funerali di Augusto, di Germanico, dei Drusi, Tac. ann. 1, 9; III, 5; IV, 9.
      (') Delle gentes minor es, darò l'elenco nel volume di appendice.
      (') Plut. Nwn. 1. La questione di Claudio Quadrigario e degli annali di Acilio tradotti dal greco, del Claudio ricordato da Plutarco e da Appiano è una fra le più intricate della storiografia romana. Non credo si possa con il materiale di cui disponiamo condurla a soluzione sicura. Perciò si comprende come sia stata trattata da pnuti di vista diversi a seconda delle opinioni dei critici, (cfr. Cantarelli, Uh. d. fdoì. XII, 1, ed il materiale citato dal Thuffel-Schwabb, I4, § 155). Noterò solo che anche nel caso in cui l'annalista Claudio Quadrigario


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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