Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
      le gesta di Pompeo, 11011 trascurava di ripetere storielle del genere di quelle di Clitarcoe degli altri bugiardi narratori delle gesta di Alessandro. Mentire spudoratamente, pur di conseguire un dato effetto retorico, era considerato cosa naturale. (') Cosė i romanzi pių insulsi finirono per surrogare la storia e le cosė dette storie inilesie ebbero quel successo che nel medio evo conseguirono le storie dei paladini e nei primi decenni del nostro secolo, prima della comparsa del cosė detto romanzo sociale, ottennero i romanzi storici della Francia e dell' Inghilterra. Si credeva di trar profitto e diletto dai pretesi viaggi di lamblico, come ora non pochi credono avvantaggiarsi nella cultura scientifica leggendo i libri del Venie. (-) I Greci dal lato della politica pratica erano ormai decrepiti, perchč ricavassero in generale seri vantaggi da opere del genere di Polibio; (3) i Romani troppo viziati da un cattivo ambiente letterario, per essere in grado di sorgere all'altezza del pensiero di costui, e i narratori di infantili miracoli trovarono un'eco persino in L. Elio Tuberone, un discendente dello scolaro di Panezio. (4) Cosė L. Cornelio Sisenna, il traduttore
      (') Cic. Brut. 11. 42 14 quoniam quidem concessimi est rethoribus ementili in historiis ut aliquid dicere possint argutius Cosė la morte di Temistocle e di Mida servi di modello a quella che si voleva da taluno attribuire ad Annibale. Plut. Fėamin. 20. Nessuno ignora come questo fenomeno si sia pur troppo riprodotto pių volte nel nostro Rinascimento. L'effetto retorico che si cercava ottenere con la tragica narrazione della morte di Coriolano fa ad es. pensare al patetico racconto del doge Foscari, il quale muore, mentre ode suonare la campana che annunzia l'elezione del successore.
      (*) Le finzioni storiche dei Greci biasimate pių volte dagli antichi, cfr. Cic. prō Scanr. 4 * at Graecnli multa fėngunt, „ lev. Sat. X, 174 " quidquid Graecia meudax audet in historia , furono oggetto, come č noto, di festevole caricatura da parte di Luciano.
      (3) Ancora ai tempi di Augusto, Strabone tentava scrivere opere storiche nell'interesse dei prėncipi della sua patria (rimando a quanto su ciō scrissi nelle memorie d. Accad. di Torino, 1890), ma pochi anni dopo il regno vassallo della Cappadocia veniva assorbito dall'impero romano.
      (4) V. ad es. apd Dionys. Hal. 1. 80, a proposito di Romolo e dei Lupercali e apd Gkll. XA. VII, 4, 2 circa il serpente africano al tempo di Atilio Regolo. Dionisio, 1. c. lo chiama Ss'.vōg āvijp e rispetto alla raccolta del materiale storico smpeXYjg. Ma a parte il nessun valore del giudizio di Dionisio in simili questioni va notato che costili cercava la protezione degli Eli Tnberoni, v. de Thuc. imi. init.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi pių antichi alla fine delle guerre puniche




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